NÂZIM HIKMET: NINNANANNA A MIO FIGLIO

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Ninna, bambino, ninna…

Che nel tuo sonno ci sia un mare sconfinato. I cavalloni scavallino i flutti: onde spumeggianti, abissi dischiusi e di nuovo colmati, e onde…

Ninna, bambino, ninna…

Tu stai sul ponte di comando di una nave. Acque ruggenti sul fianco destro, acque a sinistra: è l’acqua che ti si oppone, avanti, indietro. Non agitarti, figlio mio, non aver paura: le macchine funzionano a pieno ritmo, come il tuo cuore: possente è la chiglia, sicuro il timone.

Ninna, bambino, ninna…

Da una sponda all’altra gettano un enorme ponte sospeso. Tu sei lì, su quella putrella lampeggiante. Guarda in giù, senza vertigini, guarda in su; la tua testa sembra toccare il cielo.

Ninna, bambino, ninna…

Quanti libri! Li hai letti tutti? Hai sulla fronte tante rughe, i capelli bianchi. I tuoi occhi sono quelli di chi più ha capito sulla terra. Il tuo viso è bello quanto l’infinito. Non scivolare sul dubbio, non temere perché non sei riuscito a scoprire: studia e troverai. Studia e combatti, studia, mai separando lo studio dalla lotta.

Ninna, bambino, ninna…

Ascolta, senti i suoni. Guarda, i colori che vedi sono stupendi.

Le tue mani accarezzano il marmo, per imprimergli la forma più salda e viva.

Ninna, bambino, ninna…

Sii impavido come un marinaio, creativo come un costruttore, sapiente come un filosofo e un artista nel cuore.

NÂZIM HIKMET (Salonicco, 15 gennaio 1902 – Mosca, 3 giugno 1963)

Testo di riferimento: N. Hikmet, Il nuvolo innamorato e altre fiabe, Milano, Piccola Biblioteca Mondadori, 2003

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