In un corposo volume pubblicato nel 2019 (Yuval Noah Harari, 21 Lezioni per il XXI Secolo, Firenze-Milano, Giunti-Bompiani, 2019. 490 pagine, 16.00 €), l’Autore propone al lettore un insieme di riflessioni interessanti e quanto mai attuali e necessarie a fronte del periodo storico che stiamo vivendo. Un esplicito invito a riconoscere a se stessi il diritto ad un libero pensiero. Una lettura consigliata vivamente a tutti coloro che si occupano – a vario titolo – di educazione. Siano essi docenti, genitori o volontari.
Leggiamo dall’Introduzione: “In un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidità è potere. In teoria chiunque può partecipare al dibattito sul futuro dell’umanità, ma è molto difficile mantenere una visione chiara. Spesso non ci accorgiamo neppure che un dibattito è in corso, o quali siano le questioni importanti. Miliardi di noi possono a stento permettersi il lusso di approfondire queste domande perché siamo pressati da ben altre urgenze: lavorare, prenderci cura dei figli o assistere i genitori anziani. Purtroppo la storia non fa sconti. Se il futuro dell’umanità viene deciso in vostra assenza, perché siete troppo occupati a dar da mangiare e a vestire i vostri figli, voi e loro ne subirete comunque le conseguenze. Certo è parecchio ingiusto, ma chi ha mai detto che la storia è giusta? Come storico, non posso dare alla gente né cibo né vestiti, ma posso cercare di fare e offrire un po’ di chiarezza, contribuendo ad appianare gli squilibri nel gioco globale».
I cinque capitoli che costituiscono il volume, affrontano ciascuno uno specifico ambito tematico: nel primo si discorre dell’attuale situazione politica e tecnologica («…Ma come sempre accade, la storia ha cambiato corso e, dopo il collasso del fascismo e del comunismo, ora tocca al liberalismo essere in difficoltà. Dove siamo diretti?». Nel secondo capitolo vengono delineate le sfide che ci attendono e messo a fuoco lo spettro delle possibili soluzioni. Il terzo capitolo affronta il tema della paura: «…Nonostante la novità assoluta rappresentata dalle sfide tecnologiche e dall’asprezza del confronto politico, il genere umano può essere all’altezza della situazione, solo – però – se si tengono sotto controllo le nostre paure e se si coltivano le nostre visioni con un po’ più di umiltà». Nel quarto capitolo si discute della nozione di post-verità e ci si interroga fino a che punto possiamo ancora comprendere gli sviluppi globali, distinguendo l’errore da ciò che è corretto: «…Homo Sapiens è capace di dare un senso al mondo che ha creato? Esiste ancora un confine preciso tra realtà e finzione?». Nel quinto e ultimo capitolo vengono sintetizzate le differenti minacce, assumendo uno sguardo più generale sulla vita in un’epoca di disorientamento, quando le vecchie narrazioni sono andate in frantumi e nessuna nuova narrazione le ha sostituite. «…Chi siamo? Che cosa dovremmo fare delle nostre vite? Di quali competenze abbiamo bisogno? Che cosa possiamo dire del senso della vita di oggi?».
In conclusione, il considerare che ormai il tempo sta scadendo, dipende da un semplice dato di fatto: del senso della vita si sta discutendo da migliaia di anni e il dibattito non può essere portato avanti all’infinito: «…L’incombente crisi ecologica, la crescente minaccia di armi di distruzione di massa e la comparsa di nuove, destabilizzanti tecnologie, non lo consentono».
Per Bompiani, Yuval Noah Harari ha pubblicato anche Sapiens. Da animali a dèi (2014) e Homo Deus (2017), volumi che hanno venduto diciannove milioni di copie in tutto il mondo.
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