Paola Zocchi, che ringraziamo, ci ha segnalato un caso della fine dell’Ottocento che risulta di grande e attuale interesse. Dovremmo farne tesoro, seguendo il verdiano “Torniamo all’antico, sarà una novità”
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Alla fine del dicembre 1898 lo psichiatra e psicologo Giulio Cesare Ferrari venne a sapere che la fidanzata e futura moglie Emilia Giordani era entrata in contatto, in Germania, con una bambina malata di difterite. La piccola Lotte, nipote dei coniugi Röhrig che ospitavano Emilia a Berlino (dove insegnava italiano), aveva infatti mostrato tutti i sintomi della malattia.
Preoccupato per le possibili conseguenze di quel contatto, Ferrari le scrisse subito per spiegarle come comportarsi con la piccola malata e farle una serie di raccomandazioni che oggi suonano più che mai attuali:
“Carissima,
Non ti scrivo tanto per Acaja quanto per raccomandare a te di avere ogni sorta di riguardo stando con Lotte: non mangiar niente che sia stato in quella camera, dove starai pure il meno possibile e dopo aver guardato bene tutte le graffiature che puoi avere (e in caso lavale subito col sublimato 1 per 1000, come ti dovresti lavare ogni volta dopo averla toccata). Non baciarla mai, e pensa che, oltre a che la tua vita non appartiene ormai più a te sola, hai una responsabilità grande verso le altre persone che avvicini. Pensa al tuo dolore se dovesse morire di difterite qualcuno nelle case dove vai. Quanto al siero, è una della più grandi invenzioni del secolo e mentre prima morivano l’80% dei colpiti, ora non muore più che il 12 o il 15%. È l’unico mezzo di cura che valga per quella come per tante altre malattie”.
Dunque oltre al distanziamento e alla disinfezione delle mani la vera salvezza era il vaccino, prodotto pochi anni prima da Emile Roux all’Institut Pasteur di Parigi e adottato in Italia a partire dal 1894.
Dalle lettere dei giorni successivi apprendiamo che fortunatamente Emilia non contrasse la malattia e che Lotte migliorò costantemente fino a guarire definitivamente il 9 gennaio 1899.
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Il Centro Aspi- Archivio storico della psicologia italiana dell’Università degli studi di Milano Bicocca individua, raccoglie e mette a disposizione on line gli archivi storici degli scienziati della mente (psicologi, psichiatri, neurologi, ecc.) attivi in Italia nell’Otto e nel Novecento. Ha sede presso il Dipartimento di Psicologia e conserva i propri archivi presso il Polo di Archivio storico (PAST) della Biblioteca di ateneo.
La cartolina e le altre lettere del dicembre 1898 sono consultabili qui sul nostro portale: https://www.aspi.unimib.it/collections/object/detail/4921/
Qui la biografia di Emilia Giordani: https://www.aspi.unimib.it/collections/entity/detail/85/
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