RACCONTANO IL LORO MODO DI ESSERE MAESTRI DI VITA IN UNA SCUOLA VIVACE, GIOIOSA E SOFFERENTE.
TECLA scrive:
“I regali migliori alla fine di questa Didattica a Distanza?!
I pensieri di alcuni dei miei studenti….
Uno in particolare mi ha ricordato perché ho scelto e amo questo lavoro e lo voglio condividere per ringraziare un po’ di categorie….
A noi tutti docenti precari di ogni ordine e grado e appartenenti ad ogni tipologia di scuola che abbiamo gestito l’emergenza nell’emergenza supportando i nostri ragazzi, dedico un grazie!
A tutti i docenti di ruolo che sono appassionati, accoglienti, che spronano e servono da guida, dedico un grazie!
A voi educatori e assistenti che avete lavorato senza nessuna certezza, dedico un grazie!
Alle tante famiglie che hanno cercato di supportare e interagire con gli insegnanti in forma positiva, dedico un grazie!
Alla dirigenza e al personale ATA che ha lavorato duramente, nonostante le innumerevoli difficoltà, dedico un grazie!
A voi parlamentari e rappresentanti di governo, invece, ricordo che le capacità di un insegnante non si giudicano dal tipo di contratto e nemmeno si possono comprendere sulla base del risultato di un qualsiasi tipo di test conoscitivo.
Essere un docente precario non è una colpa: l’instabilità dei governi negli anni non ha garantito l’accesso a percorsi abilitanti e/o concorsi pubblici, nonostante gli insegnanti servano alla scuola ogni anno! Non siamo stati in grado, nemmeno in uno stato di pandemia, di prendere delle decisioni necessarie ed essenziali per la scuola e dare delle certezze ai nostri studenti!
Il grazie più grande va a loro, proprio agli studenti, che ancora credono in noi e che meritano risposte chiare!”
MICHELE scrive:
“Ecco, ragazzi: ho appena spento il mio computer.
Si è appena conclusa l’ultima video lezione con voi.
E’ appena terminata la nostra esperienza insieme alla Scuola Primaria: l’anno prossimo passerete alla Scuola Secondaria.
Questo maledetto virus ci ha chiesto molto: ci ha impedito di vivere insieme le ultime esperienze, ci ha obbligato a sospendere tanti scambi, abbracci, parole, chiacchierate; ci ha tolto la possibilità di scoprire insieme tante altre cose nuove e di continuare a condividere le nostre emozioni e le nostre idee; non ci ha permesso nemmeno di salutarci.
Questo maledetto virus ha chiesto tanto a ciascuno di noi, ma soprattutto a voi ragazzi: all’improvviso le nostre normali abitudini si sono bloccate e noi adulti, che non riuscivamo a trovare nemmeno per noi una spiegazione a quello che stava succedendo, non siamo sempre stati in grado di ascoltare le vostre esigenze e di darvi le risposte di cui avevate bisogno.
Anzi, abbiamo addirittura osato chiedervi uno sforzo in più: non solo eravate costretti a restare in casa, non solo non potevate incontrare i vostri amici, né coltivare liberamente le vostre passioni, ma vi abbiamo anche “obbligati” a lavorare con noi, tramite il computer; e voi, ancora una volta, ci avete stupiti, dimostrandoci la volontà di esserci e l’impegno e la curiosità giusti per continuare ad imparare.
Se da una parte la “Didattica a Distanza” ci ha permesso di rimanere in contatto, dall’altra ci ha obbligati ad uno sforzo esagerato e ci ha tolto il gusto di imparare ed il piacere di crescere grazie al confronto diretto con gli altri.
Ho vissuto le nostre video lezioni con fatica, ma anche come un momento molto bello: ogni volta i vostri sorrisi riempivano lo schermo; ogni volta le vostre voci animavano la mia stanza; ogni volta alle vostre spalle appariva un pezzo del vostro mondo privato: ce lo regalavamo a vicenda e, grazie a questa nuova “confidenza“, siamo riusciti a conoscerci meglio.
Poco fa vi abbiamo chiesto di spegnere per un attimo le vostre videocamere; in quel momento il mio monitor si è riempito delle iniziali del vostro nome e io mi sono ricordato dei primi giorni di scuola, in prima, quando a partire proprio dalle letterine del vostro nome, avete imparato a leggere e a scrivere.
Le stesse iniziali, le stesse lettere, gli stessi nomi, le stesse Persone ….. ma arricchite da una storia importante che ognuno di voi ha voluto costruire e condividere con i compagni e con noi, in classe, accogliendo con rispetto l’esperienza di ciascuno.
Ora la vostra storia continua …. e, non potrà che essere ancora interessante ed arricchente, perché, ne sono certo, la saprete affrontare con la stessa energia e la stessa curiosità dimostrate finora.
Oggi, abbiamo detto: “Ho voglia di ….. Viaggiare!”; è così: siete pronti e nessuno vi può fermare!
Buon Viaggio, ragazzi !
…. e intanto, io resterò qui, a guardarvi… sempre!
Grazie di tutto!”
Che testimonianza magnifica!
Grazie Silvio!!! Di regalarci riflessioni come queste che sono segni dell’ital che conta che fa la differenza che ci educa!!!
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