UCCISA A OTTO ANNI PER AVER FATTO VOLARE IL PROPRIO SOGNO DI ESSERE LIBERA
È apparsa sul Corriere della Sera di oggi (9 giugno 2020) la notizia della morte di Zohra Shah, una bimba di otto anni del Punjab. La sua ci appare come una morte ancora più incomprensibile perché perpetrata da due genitori che l’avevano assunta come “baby sitter” per il figlio di 1 anno. E già ci fa riflettere che due persone possano affidare un bimbo di un anno a una bimba di otto; ma in Pakistan il lavoro minorile, nelle abitazioni, è permesso. Assurdo il motivo delle torture che hanno portato alla sua morte: aveva liberato per sbaglio due pappagallini da una gabbia in cui erano rinchiusi. E allora possiamo immaginare la curiosità di un bambino di fronte alla vista di due pappagallini, possiamo benissimo immaginare il gesto con cui apre la gabbietta per vederli meglio e possiamo anche immaginare come gli uccellini non abbiano perso tempo per sfuggire alla loro prigionia. Possiamo anche immaginare, probabilmente, lo sgomento di Zahra, la paura per quei piccoli esseri viventi che non hanno fatto altro che ricercare la libertà, quella libertà che a Zohra era negata, perché allontanata dalla sua povera famiglia con la speranza che avesse una via di uscita dalla miseria e dalla fame.
Non possiamo invece immaginare la furia omicida di chi, benché genitore, si avventa su una bambina e la picchia al punto di ridurla in fin di vita. È un’immagine che fa male, contro cui la nostra umanità si ribella. Perché Zohra era appunto una bambina, inerme, giustamente curiosa, come deve essere ogni bambino. Desiderosa di giocare, come è per ogni bambino. Ma a lei questo diritto, sancito dalla Carta dei diritti per l’Infanzia, è stato negato.
E allora ecco l’importanza di diffondere una cultura del rispetto e della salvaguardia dei diritti alla felicità, al gioco, all’istruzione di ogni bambino. Ecco l’importanza, anche da noi, di aiutare chi ne ha più bisogno, perché ogni diritto negato a un bambino, rende il mondo più pericoloso e meno umano. Ecco l’importanza di tutte quelle associazioni che, come la nostra, UVI, si impegnano per salvaguardare il futuro dell’Infanzia.
Chiara Tronconi
Grazie Chiara! Questo episodio che purtroppo non è l’unico ci deve sollecitare e deve provocare in tutti noi il desiderio di fare ciascuno la sua parte per contrastare fenomeni di sofferenza e brutalità come questo.
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