Augusto Boal (e non è il solo) è del parere che l’essere umano sia una “globalità”: gli apparati fisico e psichico sono interconnessi. Un movimento corporeo è un pensiero e un pensiero si esprime anche corporalmente. Tutte le idee, tutte le immagini mentali, tutte le emozioni si rivelano fisicamente. La prima globalità riguarda gli apparati fisico e psichico e la seconda si riferisce ai cinque sensi (olfatto, tatto, udito, vista, gusto) nessuno dei quali è indipendente l’uno dall’altro.
Il gioco deli scacchi è un gioco molto intellettuale e molto cerebrale. E tuttavia i buoni giocatori si allenano anche fisicamente prima di una partita. Essi sanno che il corpo intero pensa, gioca e non solo il cervello.
Questa l’opinione di Augusto Boal e l’accenno al gioco degli scacchi offre l’occasione di proporre una metafora costruttiva: in queste settimane ognuno di noi ha intrapreso una partita con COVID19, che si è dimostrato un ottimo giocatore, dando scacco matto a migliaia di persone. Ma davanti alla scacchiera vi sono ancora molte più persone di quante abbiano dovuto abbandonare la partita. Fare rete e scambiarsi opinioni, emozioni, esperienze e “sapere” può essere, al riguardo, utile. Per esempio: COVID19 gioca con il nero (è il colore che gli addice) e l’apertura del gioco spetta quindi al bianco. E’ meglio adottare una strategia di attacco o di difesa? Probabilmente, un’apertura che veda i due cavalli al centro della scacchiera potrebbe essere vincente: COVID19 è un tradizionalista, è di mentalità stretta, allergico alle novità imprevedibili e impreviste. E lo scarto del cavallo potrebbe coglierlo di sorpresa. Nel riposo obbligato e indotto dal nostro stare a casa proviamo a elaborare personali strategie di gioco che, se ben pensate (con il corpo e con la mente) non potranno che dimostrarsi vincenti.
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