Covid19 si sta dimostrando un severissimo (e ingiusto) Maestro che, comunque e in ogni caso, ci sta insegnando ad essere ciò che sarebbe bene fossimo, soprattutto quando tutto questo finirà. Intorno al grande platano, nel bel mezzo della piazza virtuale dove, durante il giorno, si incrociano sguardi e parole, i bloger discorrono e riflettono. Ringraziandoli, ne registriamo le voci.
L’articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2020 in Momenti da Parole e pensieri a bassa voce.
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Stamattina, in coda davanti alla panetteria (mezz’ora) pensavo a cosa farò nel mio piccolo quando tutto questo sarà finito. ANDRÒ PER BOSCHI!
Prima di questo periodaccio ho lavorato molto e riposato pochissimo. Giornate su giornate volate via senza nemmeno rendermi conto che nel giro di un nonnulla ci sarebbe stato lo switch stagionale da me molto temuto. Poche passeggiate e tanta stanchezza, motivo per il quale non sono potuta andare per boschi come solita fare, anche d’inverno.
A fronte di questa greve mancanza oggi più che mai non vedo l’ora che tutto passi per poter tornare a passeggiare nel silenzio chiacchierino dei boschi, cosa che su di me agisce come un calmante istantaneo e balsamico.
La natura, come dico sempre “al suo posto e non deturpata” è un valore inestimabile che abbiamo e che possiamo godere nei momenti di relax. A me manca molto, anzi tantissimo, considerato anche il fatto che abito in un palazzo che si affaccia su una via molto trafficata e cementata ovunque. Ho a pochi passi un grande parco, meta delle mie passeggiate quando non ho voglia di usare l’auto per andare lontano ma non potendo andarci per via delle GIUSTE norme restrittive aggiornate, mi accontento d’immaginare come sarà una volta finito questo disastro.
Per giorni sono rimasta chiusa in una sorta di ammutinamento verbale perché sono di quelle che reagiscono bene da subito cercando di fare del proprio meglio e che poi avvertono nel tempo il contraccolpo. Vedere quelle bare trasportate dagli aerei militari mi ha ammutolita e non so come certa gente riesca a far finta di niente davanti a uno scenario tanto raccapricciante. Farsi forza, certo sempre e con coraggio, ma anche con un briciolo di serietà e senza trasformare tutto come una spettacolarizzazione da circo. Un pochino di rispetto va dato a chi là fuori sta veramente lottando ed è inutile ricordare che il Covid19 colpisce chiunque, senza alcuna esclusione dunque ridiamo senza compiacerci del fatto che rispetto ad altri siamo meno esposti. La felicità non si costruisce sull’infelicita degli altri (chissà se qualcuno ogni tanto ci pensa, mah…) dunque mi spiace ma mentre sogno i miei boschi, penso molto e rido quando qualcosa fra le mura di casa mi fa ridere. Per il resto spero finisca presto e che le conseguenze non siano come molti dicono, disastrose. Ma d’altronde è morta un sacco di gente. Esiste davvero un peggio?
Dall’ascolto al dialogo:
• Il peggio c’è solo se muoiono ancora tante persone: speriamo almeno di essere sulla strada giusta per uscirne quanto prima…
• Esatto
• Non so cosa farò quando l’emergenza finirà.
Mi manca la montagna e il non poterci andare aumenta la sua assenza
• Eh ti capisco bene
• Pace. Aspetterò
• Certo
• Mentre lavavo i piatti ho pensato che ho preso possesso del mio tempo. Sarà difficile ritornare alla vita di prima
• Ci torneremo gradualmente questo farà sì che l’impatto (contrariamente a quello iniziale) sarà meno forte.
• Vedremo. Io cercherò di tenermi stretto quanto ho guadagnato.
• Ok
• Il mondo è di tutti, le circostanze della vita impongono a volte degli aggiustamenti dei compromessi e degli adattamenti; inutile dirlo che più si è egoisti più si fatica a seguire delle regole per il bene comune, peraltro temporanee.
• Esatto. Credo che l’unico vero intento sia pensare al bene di tutti diversamente si dimostrerebbe soltanto di essere scarni
• Proprio così, non ci viene tolto nulla, ci chiedono solo di rimandare spostamenti che potrebbero nuocere in questo periodo di emergenza. Ti dirò a parte lo sconcerto dei primi giorni. Non soffro affatto perché trovo comunque cose da fare che mi tengono occupata. Se c’è una cosa che non conosco è la noia.
• Dillo a me
• Fa la nanna adesso
• Come la mia gatta, beatamente sul suo cuscinone preferito
• Nulla sarà più come prima, a livello di socializzazione.
Ci vorranno anni prima di una ripresa economica e commerciale, sperando che oltre alle morti vere e proprie non si accompagnino le morte delle piccole e medie aziende che tanto fanno per la nostra povera Italia,
• Gli untori non si rendono conto del male che fanno, che fanno gli spavaldi ma anche se non si ammalano loro fanno ammalare qualcun altro che magari ci muore.
• Hai tristemente ragione. Buongiorno
👍😃grazie
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