PSICOCOSE ai tempi del Coronavirus 1. Pensiero positivo

Cos’è la paura?
La paura è un’ emozione molto comune e fa parte della vita di tutti i giorni: la paura si colloca nel cosiddetto “cervello rettiliano” che ci permette di cogliere tutti i segnali di allarme ed evitare i pericoli ai fini della sopravvivenza.
La paura però può diventare un nemico quando supera una certa soglia di attivazione; per questo è fondamentale che la nostra paura sia sempre proporzionata ai reali pericoli che incontriamo. Questo famigerato COVID-19 è un nemico invisibile e proprio per questo genera ancora più paura, perché non lo possiamo vedere, non possiamo dargli una forma e non possiamo identificarlo… insomma, non possiamo guardarlo in faccia.

Allora come possiamo fare per non lasciarci sopraffare da una paura eccessiva?
Per capire qual è la gravità della situazione e attivare quindi un livello adeguato di paura è fondamentale attenersi solo alle fonti attendibili, evitare le cosiddette fake news e considerare solo le notizie rilasciate da siti ufficiali: solo così possiamo avere un quadro chiaro e reale della situazione. Affidiamoci, ad esempio, a queste fonti:
– Ministero della salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus
– Istituto superiore di sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

E se la situazione è grave?
Può capitare che alcune situazioni di emergenza siano realmente preoccupanti, come quella che noi tutti stiamo vivendo, e la prima reazione naturale consiste spesso nel panico; di fronte a qualcosa che non possiamo controllare e che non possiamo fermare all’istante ci sentiamo impotenti. Soprattutto quando siamo costretti a restare in casa e ci sembra di essere immobili anche fisicamente.
Sapete una cosa? Non è affatto così. Ognuno di noi ha dentro di sé la capacità di gestire la paura.

Ecco qualche piccolo suggerimento:
– accettare la situazione con serenità: purtroppo non possiamo eliminare il problema, perciò è importante mettersi nella condizione di accettazione senza nasconderlo;
– accettare non significa non agire: accettazione vuol dire anche reagire di conseguenza e nella giusta misura, vuol dire chiedersi “io nel mio piccolo cosa posso fare?”.

Quindi nella pratica cosa posso fare?

1. Prendiamo un foglio o un cartoncino, ancora meglio se colorato, e ogni giorno scriviamo una frase, una parola, un pensiero che esprimano positività: sforziamoci di trovare almeno una volta al giorno qualcosa di positivo, qualcosa di bello (perché sicuramente c’è). Appendiamo il nostro foglio sulla porta, sul frigorifero, dovunque possa essere ben visibile e sotto i nostri occhi durante la giornata: rileggere i nostri pensieri positivi ci aiuta a non dimenticarli.

2. Ascoltiamo delle canzoni positive, musiche rilassanti (ne esistono tantissime su Youtube e in Internet), creiamo una nostra personale playlist e leggiamo con attenzione i testi, cerchiamo le parole belle, quelle che ci piacciono di più.
E per iniziare ecco uno spunto:
– Pieno di vita, Jovanotti;
– Buona vita, Marco Mengoni;
– Ogni istante, Elisa;
– Ordinary love, U2;
– Somewhere over the rainbow, in tutte le sue versioni.

3. Sosteniamoci a vicenda: non possiamo incontrare di persona i nostri cari ma abbiamo la grande fortuna di disporre di tanti mezzi di comunicazione tecnologici, smartphone e pc… sfruttiamoli! Fotografiamo e diffondiamo i nostri pensieri positivi, registriamo dei brevi video e inviamoli ai nostri familiari e amici; vedere un volto che conosciamo, ascoltare una voce amica, osservare un sorriso ci aiutano a non sentirci soli (perché soli non lo siamo mai).
Ricordiamoci che pensare in positivo non significa negare il problema ma piuttosto imparare ad affrontarlo con uno spirito più consapevole: numerosi sono gli studi che confermano che uno stato positivo della mente aiuta il cervello a rilasciare un particolare neurotrasmettitore, chiamato dopamina, che è in grado di condizionare il processo di generazione degli anticorpi aumentando così i livelli delle difese immunitarie presenti nel nostro organismo… in poche parole, la paura del contagio aumenta il contagio stesso e la positività è una difesa.

Tutto questo possiamo farlo noi in prima persona ma non dobbiamo mai dimenticare che facciamo anche parte di una società e oltre a poter agire per noi stessi possiamo e dobbiamo fare qualcosa anche per la collettività.
Come? … al prossimo articolo!

Alice Aratti

#iorestoacasa

2 Replies to “PSICOCOSE ai tempi del Coronavirus 1. Pensiero positivo”

  1. Esatto, il panico non serve a niente, avere paura è giusto e normale ma non bisogna lasciarsi sopraffare. In questa situazione l’unica cosa che possiamo fare per noi e per tutti è seguire le indicazioni e soprattutto RESTARE A CASA, soprattutto per aiutare tutti coloro che combattono ogni giorno per la salute di tutti.

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  2. La paura è legittima e va accettata, non credo che evitarla porti a conseguenze positive, dall’altro lato penso che una maggiore quantità di tempo sia un regalo e che l’unico modo per uscire più forti da questo isolamento forzato sia dedicare una parte di questo tempo a riscoprire tante passioni e attività di cui ci eravamo dimenticati.

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