In una strana città i quaderni (e anche i libri) che i bambini dovevano portare a scuola erano non solo senza pagine ma potevano anche parlare. Ascoltavano le domande del maestro e rispondevano imitando perfettamente la voce del bambino interrogato. Quando poi c’erano verifiche e compiti in classe, nel quaderno apparivamo magicamente le pagine con le risposte esatte.
I bambini erano contenti e felici di non dover studiare e fare i compiti. Ma così, giorno dopo giorno, anno dopo anno, diventavano sempre più ignoranti. E poco a poco si accorgevano che – tutto sommato – non era poi una buona cosa affidarsi del tutto ai quaderni magici.
Un bel giorno si riunirono tutti i bambini di tutte le scuole di quella strana città e chiesero ai quaderni e ai libri magici che cosa si potesse fare per imparare senza annoiarsi. Perché questo era il problema: la scuola era noiosa e noiosi erano maestri e professori. Fecero allora un patto: d’ora in poi, anche gli insegnanti avevano quaderni, registri e libri magici che potevano imitare perfettamente la loro voce.
E da quel giorno le lezioni diventarono tanto divertenti e interessanti che non ci fu più bisogno di compiti in classe o a casa; non era più necessario fare le verifiche. Scolari e alunni imparavano senza annoiarsi e in breve tempo impararono tutto ciò che c’è da imparare. Italiano, storia, scienze e matematica diventarono materie tanto interessati che ogni bambino o ragazzo ne parlava a casa, con i propri genitori. E fu così che da allora anche tutti i papà e le mamme di quella strana città impararono cose che fino a quel momento non conoscevano.
Lo Spirito Folletto