PERFEZIONE O PERFETTIBILITA’?

Capita di seguire, talvolta inconsciamente, un “modello di perfezione”.
Formulato secondo istruzioni assorbite da ambienti diversi, indica cosa è importante per noi e come raggiungere uno stato di completezza e ineccepibilità.
Situazioni o eventi inaspettati, tuttavia, possono mettere in discussione ciò che fino a poco prima sosteneva le proprie certezze. Può accadere all’improvviso oppure con un fluire lento di segnali, apparentemente impercettibili o volutamente ignorati.
Abilità relazionali, professionali, affettive o amorose, sembrano lasciare posto a uno stato di smarrimento e vuoto, come se al nostro interno si creasse una distanza, se non un conflitto, tra ciò che ci sembra essere e ciò che realmente siamo.
Approfondire cosa si sia inteso per “modello di perfezione” e rispetto a cosa, può offrire ottime opportunità di reale benessere quando tende a comprendere se, puntando a un determinato obiettivo, si è stati coerenti con i più profondi sentimenti e bisogni o si sono sacrificate parti genuine per inseguire traguardi imposti da altri; un caro prezzo da pagare per essere riconosciuti, accettati e conquistare un alto indice di gradimento.
Il momento di crisi è un atto di ribellione verso l’adesione a un modello che, pur assicurando approvazione dall’esterno, non ci rispecchia nel profondo. L’identificazione con la parte “costruita”, obbliga a uno sforzo continuo per recitare una parte che soffoca naturalezza e spontaneità; nelle relazioni può portare a disorientare chi ci ascolta, rischiando nel tempo lo stato di solitudine.
A difesa, si attivano spinte interiori che richiamano alla coerenza. Percepite all’inizio come “scomode”, si rivelano nel tempo sfide portatrici di benessere, poiché corrispondenti a ciò che realmente siamo.
Ognuno ha la possibilità di raggiungere la propria “perfezione” semplicemente rispondendo a un personale modello connesso a un proprio sentire, a proprie conoscenze, intuito ed esperienze. Aderire a un modello esterno può essere comunque compatibile con le proprie aspirazioni, se scelto in modo consapevole, libero e incondizionato.
La maggior coerenza con la nostra parte autentica neutralizza l’ansia da prestazione continua e permette di migliorare i rapporti interpersonali poiché ci esponiamo in modo rilassato e sincero. Una sfida che aiuta a riappropriarsi delle proprie risorse interne e della propria sicurezza, al fine di una realizzazione di sé grazie alla propria unicità.
Ciascuno è unico riferimento di se stesso per i risultati raggiunti e ogni esperienza di vita, a prescindere dall’esito, è parte integrante del personale processo di perfettibilità.

Marina Trionfi

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