La costruzione della strada di ferro da Venezia a Milano è stata oggetto di una vigorosa controversia tra Carlo Cattaneo (1801-1869) e Giovanni Milani (1789-1862).
Carlo Cattaneo fu un patriota (partecipò alle Cinque giornate di Milano) ed è considerato un fervente federalista, fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani.
Giovanni Milani, “Ingegnere di ponti e strade”, fu chiamato a guidare la progettazione della linea ferroviaria Milano-Venezia, cui fu dato il nome di “Ferdinandea” dal nome dell’Imperatore d’Austria. La sua nomina, in un primo tempo, fu caldeggiata anche da Carlo Cattaneo, con il quale, tuttavia, entrò successivamente in contrasto, proprio per la diversità di vedute che entrambi avevano rispetto al progetto.
Perché dovrebbe risultare di un qualche interesse parlarne ?
Scrive il curatore dell’opera, Pietro Redondi: “Il pomo della discordia era il progetto ideato a Venezia nel 1835 di unire le due città capitali del Regno Lombardo-Veneto grazie alla nuova tecnologia delle strade ferrate di lunga distanza, del tipo detto ‘ a grande velocità ‘: in sei ore e al più in sette ore”.
“A grande velocità” non può non fare venire in mente un’altra e più attuale definizione: “ad alta velocità”. Il che ci ricorda come discussioni, dibattiti e liti abbiano da sempre caratterizzato l’introduzione di nuove tecnologie in senso lato e, nel nostro particolare caso, lo sviluppo di progetti inerenti la mobilità ferroviaria. Dio ci scampi dall’approfondire la questione TAV si, TAV no. Ci basti tuttavia segnalare l’importanza di una lettura storica ai fini di una migliore comprensione del presente.
Il riflettere e il ricordare le discussioni che hanno investito la progettazione della strada ferrata da Venezia a Milano nella seconda metà dell’Ottocento, presentano infatti numerosi spunti ancor oggi molto utili.
La tratta ferroviaria era stata pensata per far circolare più velocemente le merci dal porto di Venezia a Milano. In quest’ottica, l’ingegner Milani era favorevole a una linea direttissima. Al contrario, Carlo Cattaneo sosteneva che “una strada ferrata per Venezia poteva essere un affare, a patto però di abbandonare completamente l’idea di una linea direttissima nonché l’illusione di un traffico di lunga tratta di merci di importazione provenienti da Venezia”.
Alla fine, la spuntò Cattaneo. L’ipotesi di maggior lucro era quella di una linea unica dal percorso sinuoso andante con un solo movimento dall’una all’altra delle città di capoluogo prossime alla direttrice principale: Padova, Vicenza, Verona e Brescia. Senza trascurare i centri di interesse minore.
Come è facile intuire, la lettura dell’ampio carteggio tra Cattaneo e Milani fornisce ampio e documentato materiale.
Pietro Redondi (a cura di), Carlo Cattaneo – Giovanni Milani. Ferdinandea. Scritti sulla ferrovia da Venezia a Milano, 1836 – 1841, Giunti, Firenze, 2001
Lo Spirito Folletto