BURKINA FASO. Dal Diario dell’ascolto e dell’azione solidale. 4 (Un Presepe vivente)

Mio cugino Marco, inviandomi gli auguri natalizi, scriveva : ”Immagino vi troviate in un presepe vivente”; immagine azzeccatissima, pensate che una sera , stando a 10 metri da uno schermo TV, osservavo quello che credevo un documentario sul Sahel: prestando maggiore attenzione ho scoperto che trasmettevano un film sull’infanzia di Maria, ovviamente in costume e ambientato 20 secoli fa . Bello, romantico, ma..quando arriva la voce di un regista che annuncia: ”Stop! Buona la prima, grazie,a domani! E spostate la BMW rossa…”? La voce non arriva, e allora torniamo sulla terra, anzi, sul Sahel. Perchè questo film dura da sempre, e anche se fosse la metà di sempre sarebbe comunque troppo !
Va bene, è piovuto in abbondanza , sui tetti delle capanne ci sono fascine (anche) di miglio, va bene, la Palù ( malaria ) è in lento calo, va bene, il piccolo Samarò cresce; va bene, alla sera nei cortili delle capanne, delle casupole cuociono su fuoco di legna le polente locali ( vuoi mettere “cotto a legna” rispetto all’aridità del forno a microonde..? per fortuna non leggono queste “ e mail “, altrimenti nel paiolo metterebbero me; ma forse no, sono pacifici, apprezzano l’umorismo… o no?)… ma non siamo in un villaggio vacanze per chi ama l’avventura di sette giorni da nomade, in queste capanne d’argilla ci vivono SEMPRE, almeno la notte, in 6 in una stanza 3 x 3. A loro, ai Burkinabè, cosa resta, cosa torna dell’oro che viene scavato e prodotto da industrie prima canadesi ora russe? E della produzione di cotone che era una ricchezza nazionale, e che tuttora è una grossa produzione, completamente acquistata ed esportata dai compagni cinesi? Con lo scooter giapponese acquistato per la Parrocchia Cris ed io ( pronunciare scandendo bene ) ci avventuriamo fuori dalla strada nazionale, per sentieri polverosi ove “sia d’inverno che d’estate- qui si crepa dal calor”, come canta il coro A.N.A., raggiungendo villaggi talmente umili da far sembrare Yalgò una metropoli. Eppure ci vengono incontro curiosi, sorridenti ( alcune madri rassicurano il bimbo sulla schiena: si, sono bianchi ma non mordono ), cercando di comunicarci il loro “Benvenuto”. Benvenuti?! ..Benvenuti un accidente! Io se fossi in loro mi salterei addosso, mi prenderei a pedate dopo avermi alleggerito di anello, orologio portafogli e occhiali da sole ( non ho con me i dischi di Little Tony, e nemmeno il purscèl..). Mi sono fermato due volte ad aiutare alcuni BAMBINI, bambini, NON ragazzini, che dovevano caricare i bidoni da 30 litri di acqua sulla carretta con l’asinello ( che bello se fosse stato uno di quelli regalati da noi/voi ! ): mentre con una fatica bestia riuscivo ad issarne 5, uno scricciolo di bimba ne caricava 3. Ok, io come metro di paragone non sono l’ideale, non faccio palestra, vado per i 74: ma ogni bidone pesava quasi 30 chili, e la bimba senz’altro era più leggera! Ho resistito all’impulso di abbracciarla, di sollevarla- mi manca un’accusa di pedofilia- ma mi sono allontanato con un bidone da 28 litri di magone che premeva dagli occhi. Maledizione, ogni giorno incontriamo decine di BAMBINI così impegnati: e regalare loro un paio di ciabattine prese al mercato ( prassi ormai quotidiana) non mi fa stare meglio! Il compagno Ivan – al secolo Ugo Frignani, diplomato con me 53anni fa- nel contribuire alla somma per L’Alloggio ecc ecc. mi rimproverava: “ regala non una capra, ma un mitragliatore, un bel A-K 47, un bel Kalashnikof!
In questi giorni la sua provocazione mi ronzava in testa; ma qui nei dintorni (Mali, Niger) circolano già molti Kalashnikov. : e mi pare che il popolo se la passi ancor peggio. Compagno Ivan, domani regaleremo una Capra e la chiameremo “A 47”, cosi qualcuno avrà almeno un “A Kapra-47” ( ah, il caro, vecchio Compromesso Storico ! ).
Non vorrei essere frainteso, non mi sono svegliato di malumore; ma, dopo la pausa natalizia, ho ripreso a girare, a curiosare, a frequentare ( quasi frequentare ) la “gente”. Come preannunciava il titolo precedente (L’Intervallo è Finito), si torna alla quotidianità: e credo utile chiarirvi che NON sono contrario agli “Intervalli”, soprattutto se sono “Natalizi”. Qualche giorno di pausa,qualche ora in più in famiglia, il vestito buono della Messa, la stessa S.Messa di Natale della cui gioiosa partecipazione vi ho già scritto, sono , e non solo per i credenti, un piacere strameritato, che non risolve le avversità quotidiane ,ma nemmeno le aggrava . Dum: gaudeamus igitur! ( il saggio dell’Epiro mi riproverebbe: non t’allargare!!).
Chiudo con una buona notizia: cielo bellissimo per la 2^ serata al telescopio. Grazie, a presto.
Renato e Cris

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