Da Yalgò, in prossimità delle feste natalizie.
Il ritorno dell’uomo bianco.
Come ci aveva predetto un vecchio indovino dell’Epiro, eccoci di nuovo in Burkina Fasò (“s” dura, come Sole). Subito ci ha accolto una triste notizia: è morta Auah, una giovane donna di 24 anni, molto gentile e molto bella. La incontrammo mentre giravamo smarriti per il mercato di Yalgò, si era offerta di farci da guida e avevamo fatto amicizia. Parlava un buon francese, viveva in un’abitazione con pannelli fotovoltaici e parabola sul tetto: era una signora (relativamente) benestante, il marito ha un impiego in una delle miniere d’oro. Durante uno dei 3 o 4 incontri, Auah ci aveva parlato di un problema cardiaco, risolvibile con un intervento in Europa dal costo di 20mila euro; ma il suo cuore ha ceduto una notte di agosto. Mi sono recato alla sua abitazione sperando in un caso di omonimia (Auah non è un nome raro) ma la sua vicina di casa ci ha confermato la disgrazia e ci ha commosso informandoci di come lei le avesse parlato delle nostre chiacchierate. Una conoscenza breve ma, almeno da queste parti, sufficiente perché la sua morte ci colpisca profondamente. Ti sia lieve la terra, Auah.
Appena giunti alla canonica (presbitère) il cane Leò ci è corso incontro, festoso ma… con una forte tosse: l’abbiamo curato noi (nostra figlia è veterinaria.), la veterinaria di Yalgò , ovviamente più esperta di capre e montoni, si è limitata a constatare l’avvenuta guarigione da un problema dovuto … al freddo!
L’incontro con gli amici lasciati 8 mesi fa è stato emozionante e commovente : l’abbraccio di quell’omone che è il curè Clement ha lasciato un segno ( prognosi: 15 gg salvo complicazioni ). Nota per i nuovi “ Amici del BF”: il parroco Clement Banabà NON è un missionario francese, o belga, o canadese : è un Burkinabè nerissimo, con nome latino come tutti i cattolici di Yalgo. Oltre a noi due e al toscano Enzo, “bianche/i” sono solo le tre suore missionarie nordamericane che gestiscono il Dispensario . L’emozione più forte l’ho provata non appena ci siamo recati con le bici “in centro” e al mercato, sentendomi riconoscere e salutare dagli Yalghesi con un : Bonjour le blanc. Mi ero scordato di essere Bianco in un villaggio di Neri, ed il saluto-richiamo, assolutamente amichevole, dopo 2 settimane di permanenza ancora mi sorprende e stupisce: ma come faranno a riconoscermi..? Poi, osservando la carnagione bianca ( che poi sarebbe un rosato ) di Cristina che pedala davanti a me, mi rendo conto della ovvietà della cosa . E qui mi fermo, perché dovrei farvi partecipi di una mia emozione, forte ma non descrivibile con poche parole e col serio rischio di scivolare nella retorica. Venendo a cose più concrete : come rimborso spese per la nostra permanenza – consumo di gas, burro e acqua minerale- abbiamo comprato uno scooter ( cilindrata : 110 cc, mai sentita ), che ovviamente rimarrà alla Parrocchia. Ci consentirà di essere indipendenti e poter visitare autonomamente i villaggi limitrofi ( se si può definire “limitrofo” un luogo raggiungibile con trenta chilometri di pista di terra misto sabbia..). Per quanto riguarda il fine della vostra solidarietà, cioè l’abitazione per una Levatrice, Clement ha acquistato e fatto preparare il materiale da costruzione: i mattoni di argilla, cemento e sabbia necessitano di dieci giorni per cuocersi al sole ( siamo in inverno, il sole non supera i 30-32 gradi ). La costruzione dei muri inizierà con l’anno nuovo. Sono trascorsi tre mesi dall’ultima pioggia di una stagione ottima per il villaggio (qui le precipitazione hanno spesso un carattere molto locale: quest’anno a 50 km da qui lamentano la siccità!): la diga è ancora piena, malgrado l’abbondante quotidiano prelievo operato dalla miniera; ma, osservando la vegetazione, ho dovuto ricorrere al confronto con le immagini riprese 9 mesi fa per notare l’incremento del fogliame. Capre, pecore e galline vagano ancora su un terreno arido alla ricerca di un cibo che DEVE esserci ( visto che sopravvivono) ma che il mio occhio europeo, esercitato a cogliere la minima carenza di funghetti sott’olio in un Ipermercato, non riesce a notare. Bene: visto che si avvicinano il Natale e la fine della pagina, vi saluto, vi auguro BUONE FESTE e cerco di allegare un “Bigliettino Natalizio”. Quindi apro un libro, e attendo che si ripristini la connessione Wi-Fi per inviarvi tutto.
Renato et Cristina