Il razzismo, soprattutto negli Stati Uniti, ma certamente anche nel resto del mondo, è un problema vivo che non possiamo negare.
Colson Whitehead ci racconta la storia della fuga di una giovane schiava dalla tenuta della Georgia in cui era nata fino alla libertà; siamo all’inizio dell’Ottocento e, grazie all’invenzione di una “ferrovia sotterranea”, l’autore dà concretezza a quella rete nascosta di abolizionisti che aiutò alcuni schiavi di colore a liberarsi dal giogo della schiavitù.
Oggi, mentre assistiamo a uno scontro epocale tra rigurgiti di razzismo e obblighi di politically correct, il dibattito è ancora vivo, anche se a ruoli invertiti: forse è il razzismo a correre nascosto, ma ancora ben vivo, e a impedire una relazione trasparente tra persone diverse. La Germania non ha ancora superto il nazismo, proprio come l’America non ha superato la schiavitù; sono peccati mortali le cui riminescenze rimangono negli anfratti della nostra coscienza e con cui ci troviamo a lottare ogni giorno.
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Maria Chiara Tronconi