Alle volte, rovistando nei cassetti, si possono trovare vecchie lettere. Non è chiaro come sia potuto succedere, ma tra queste ecco la copia della lettera che Dionigi Areopagita scrisse a Sosipatro. Non sappiamo se Sosipatro ne abbia fatto tesoro ma di certo potrebbero giovarsene i politici, attualmente impegnati a dir male di tutto e del contrario di tutto.
«Non credere, o venerando Sosipatro, che sia una vittoria insolentire contro una religione o una opinione che non sembri buona. Infatti, neppure se tu la confuterai a ragion veduta, il parere di Sosipatro sarà per questo migliore. È possibile che tu e gli altri, in mezzo a tante falsità e apparenze, non vediate la verità, che è una e nascosta. L’oggetto che non è rosso non è per ciò stesso bianco, e la creatura che non è cavallo non è necessariamente uomo. Obbedendo a me, agisci in questo modo: astienti dal parlare contro gli altri, ma difendi la verità in maniera che le cose dette da te siano completamente irrefutabili»
Dionigi Areopagita, Tutte le opere, Milano, Rusconi, 1981 (Ep. VI, 1077 A)
Nella Lettera ai Romani, Paolo scrive: “[…] Vi salutano Timoteo, mio collaboratore, e Lucio e Giasone e Sosipatro, miei congiunti […]” (16:21)
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