NOI SIAMO UN PO’ MATTI. E VOI? CON LA LENTE DELLA FANTASIA VEDIAMO OLTRE LE NEBBIE DI UNA RAGIONE CHE NON PUO’ CAPIRE LE RAGIONI DEL CUORE.

Continua la conversazione intorno al tavolo della Fantasia. Alle considerazioni di Andrea Bonacini, Alice Garbin, Fabiana Bonfiglio si aggiungono le riflessioni di Chiara Alpi, anch’esse evocative di schegge di un produttivo pensiero laterale.

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“La Fantasia è molto più importante della Conoscenza”

Mi ritrovo un po’ destabilizzata a commentare questa frase. Non tanto perché non so cosa dire ma perché in realtà mi sembra che tutti i miei pensieri siano già stati messi nero su bianco da altri. Ringrazio quindi Andrea per aver così ben spiegato (inconsapevolmente) anche i miei pensieri riguardo questa frase.

Frase che, all’inizio, mi ha un po’ destabilizzato, visto che per quanto sono sempre stata lasciata libera di esprimermi, è difficile immaginare qualcosa di più tranquillizzante della definita certezza di qualcosa che già si conosce, si è analizzato e per il quale si ha avuto conferma da esperti o, ancora più oggettivamente, dai dati.

Allo stesso tempo la fantasiosa interpretazione di quello che già si sa e il confronto tra diverse interpretazioni o modalità interpretative porta sempre a ulteriori scoperte e spunti di riflessione, esempio lampante questa nostra mailing list.

Andrea ha anche parlato di Brainstorming, che è esattamente quello che intendo. Il confronto, che nel brainstorming perde quella nota di “lui ha detto” e “io ho detto” per diventare un “noi abbiamo detto”, spesso apre le porte a visioni inaspettate e a idee precedentemente inesplorate, per quanto possa essere spaventosa l’idea di qualcuno che cambia le carte in tavola, eliminando e modificando quell’alone di certezza in cui ci piace cullarci. Per questo ogni tanto si preferisce scappare dal confronto.

Mi trovo ad essere molto d’accordo anche con il commento di Fabiana e con la sua visione della realtà, come qualcosa di frenetico, in cui la conoscenza ci viene sempre fornita su un piatto d’argento. Allo stesso tempo la fantasia e la creatività vengono un po’ oscurate, nascoste, non ostentate. Se non come qualcosa di incredibile, che accade poche volte e che per questo finisce al telegiornale come qualcosa di straordinario, qualcosa che non sembra comune. Di raggiungibile solo attraverso sacrifici, oppure solo se sei particolarmente portato, o se sei qualcuno che sacrifica qualcosa per la creatività. E in qualche caso è certamente vero, soprattutto parlando a livello professionale. Ma questo non elimina la possibilità di essere creativi e fantasiosi nella vita di tutti i giorni, nell’affrontare i problemi, nelle discussioni, nelle relazioni, nell’organizzazione di un progetto. Piano piano si sta facendo largo, soprattutto sui social, l’autorizzazione da parte del mondo social a liberare la creatività, sempre di più e in modi sempre diversi, a riprova di quanto creatività e fantasia siano importanti per lo sviluppo della persona: basta pensare alla miriade di quaderni, giornali, calendari, non solo fatti a mano da artisti ma anche self- made; i bullet journal, che stimolano la creazione di un agenda secondo le proprie capacità; i vari “Wreck this journal”, che molte volte liberano più la fantasia che la distruttività, oppure che rendono quest’ultima finalizzata a un processo creativo e di libertà dai vincoli autoimposti.

Certamente all’inizio c’è il panico da pagina bianca, perché da troppo tempo ormai non siamo abituati a lasciare libero sfogo alla nostra creatività in quanto l’idea di essere sempre sotto lente d’ingrandimento, sempre in competizione (una competizione che, mamma mia, rischiamo di perdere), l’idea di essere giudicati, da noi stessi ancora prima che dagli altri, ci inibisce. Questo soprattutto dal punto di vista artistico, mentre spopolano sempre di più le storie inventate e pubblicate online o autopubblicate, in uno sforzo di fantasia che ci permette di riabbracciare quella parte di cui parla Alice, che solitamente si pensa persa con l’infanzia, ma che in realtà è importantissima anche per gli adulti e anche nella vita di tutti i giorni.

CHIARA ALPI

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