Ogni essere vivente, animale o vegetale che sia, ha a che fare quotidianamente con uno o più problemi che deve risolvere per poter mantenere un accettabile livello di benessere, sia fisico che mentale. Scrive però Bruno Munari: «Il mio amico Antonio Rebolini dice: “Quando un problema non si può risolvere, non è un problema. Quando un problema si può risolvere, non è un problema”». Dunque, i problemi non esistono? Calma.Facciamo un passo indietro e tentiamo di definire il concetto stesso di “problema”.
Possiamo intendere “problematica” ogni situazione che includa la possibilità di un’alternativa. Per problemi pratici, avremmo a che vedere con scelte o rifiuti mentre le alternative teoretiche sarebbero designate da verità e conoscenza. Ai nostri lettori, in larga parte volontari e psicologi, potrebbe interessare il punto di vista che ricorda come i problemi nascano quando pensieri e fatti entrano in disaccordo o, anche, quando ad essere in disaccordo sono i pensieri tra di loro. Ognuno di noi potrebbe porsi una semplice domanda: «Mi è mai capitato di verificare che i fatti non fossero in accordo con ciò che pensavo? Non mi è mai successo che entrassero in conflitto i miei stessi pensieri, l’un con l’altro? E ideologia e desiderio non sono mai entrati in corto circuito?».
Il volontario impegnato nel tentativo di strutturare relazioni di aiuto così come lo psicologo, impegnato nella messa a fuoco di anamnesi, diagnosi e piano terapeutico, hanno nel “problema” la sorgente energetica della propria costruttiva (e rispettosa) creatività. Senz’altro rasserenante la notazione di Antonio Rebolini ricordata da Bruno Munari, ma soltanto propedeutica all’accendersi di un pensiero efficace.
In una qualche misura, ogni vivente dovrebbe essere in grado di saper progettare. Proviamo allora a seguire i consigli che al riguardo avanza Bruno Munari, maestro del design (che volontari e psicologi siano, a loro modo, anche un po’ designer…?).
«Progettare è facile quando si sa come si fa. Tutto diventa facile quando si conosce il modo di procedere per giungere alla soluzione di qualche problema, e i problemi che si presentano nella vita sono infiniti: problemi semplici che sembrano difficili…».
Pensiamo a un qualsiasi problema la cui soluzione ci sta a cuore. Ecco il metodo suggerito da Munari per raggiungere il nostro obiettivo:
- P problema 2. DP definizione del problema 3. CP componenti del problema
4. RD raccolta dati 5. AD analisi dei dati 6. C creatività / idea 7. MT materiali – vincoli
8. SP sperimentazione 9. M modelli 10. V verifica 11. S soluzione.
La successione dei passi suggeriti da Munari ha un andamento tanto intuitivo che dovrebbe suggerire – senza fatica – l’applicazione nel contesto di una qualsiasi situazione “problematica” soggettivamente sperimentata. Ve la sentite di sperimentarne l’efficacia?
Testo di riferimento:
Bruno Munari, Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia sperimentale, Bari, Laterza, 1996
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Suggerimenti costruttivi e molto rassicuranti. Purtroppo spesso, tra teoria e pratica, la cosa difficile è l’applicazione. Grazie Silvio, gli interventi che ci proponi, oltre che sempre interessanti, sono molto stimolanti. Mettersi in discussione è una crescita personale 🙂
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