CANDELE
Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte e storte.
Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.
COSTANTINO KAVAFIS (1863 – 1933)
Sembra quasi che “I Ragazzi delle 4 Province”, dopo aver letto la poesia di Kavafis, si siano dati appuntamento per cantare “Alle 11 di sera” (la si può ascoltare su Youtube). Canzone popolare dove appunto tre candele, con il brillio di tre fiammelle seppur fioche, consentono ai focherelli del vissuto amoroso, di non spegnersi:
[…]
Raccogli le tue pene
e vieni via con me.
Ci rivedremo in cielo
davanti a tre candele:
si spegneran le stelle
ma l’amore no e poi no.
*