Mentre Amleto – principe di Danimarca – segue lo spettro di suo padre, Marcello e Orazio (amici del principe) si intrattengono ancora per un po’ sugli spalti del castello di Elsinore. È circa mezzanotte e Marcello non può fare a meno di commentare, esclamando: «C’è del marcio in Danimarca».
E che ci sia qualcosa che non va allora come oggi, è fuor di dubbio.
Siamo all’inizio della Tragedia di Amleto (William Shakespeare, 1564-1616) e ciò che lo spettro svela ad Amleto ha un pieno senso metaforico anche per le vicende che ciascuno di noi sta vivendo nel succedersi delle nostre strane e inquietanti giornate. È stato avvelenato dal proprio fratello che subito dopo ne ha sposato la moglie. Ma come è stato avvelenato? Dormiva tranquillo in giardino e Claudio (suo fratello e zio di Amleto) gli versa un potente veleno nell’orecchio.
Ecco allora il punto: non sarà, per caso, che qualcuno – a nostra insaputa – ci stia avvelenando con false e contrastanti informazioni, soffiandocele nell’orecchio? In fondo, vista e udito stanno registrando scampoli di comunicazione che, ad un’analisi attenta, risulta in un qualche modo, velenosa. La nostra ragione ne viene assopita e quasi ibernizzata. Ascoltiamo dunque le opinioni di tutti (nel nostro caso: specialisti e virologi) ma impariamo a pensare a modo nostro.
Scrive del resto, in epoca non sospetta, Carroll Quigley (1910-1977), storico e teorico americano della evoluzione delle civiltà: «Tutto è troppo importante per essere affidato a professionisti esperti, perché ogni organizzazione di tali professionisti ed ogni organizzazione sociale stabilita, diventa un’istituzione di interessi mascherata, preoccupata più dei suoi sforzi di mantenere se stessa o di promuovere i suoi propri interessi, che di raggiungere lo scopo che la società si aspetta essa raggiunga».
Beninteso: non si colga l’occasione per sventolar la bandiera del negazionismo. I morti ci sono e abbiamo potuto contarli a migliaia e migliaia. Ciò non toglie che ci si debba predisporre ad un ascolto attivo. E al riguardo il migliore vaccino lo si può rintracciare nella lettura (anche e forse soprattutto dei Classici) e nella memoria, vestita con l’abito colorato della critica costruttiva.
Indicazioni bibliografiche:
- Il testo della Tragedia di Amleto, principe di Danimarca, può essere agevolmente scaricato da TheVirtualLibrary.org
- L.S.Vygotskij, La Tragedia di Amleto, Roma, Editori Riuniti, 1973
- La citazione da Carroll Quigley è tratta da: Ipse Dixit (20 febbraio 2021). Un sito che val la pena di consultare, almeno di tanto in tanto.
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Una riflessione densa di significato: è sicuramente vera la necessità di affidarsi ad esperti e professionisti, ma è anche giusto e importante non accogliere alla cieca il loro sapere bensì informarsi a riguardo, capire, approfondire e conoscere le loro opinioni per farsi un’idea a riguardo.
A mio parere, il rispetto dell’opinione altrui è fondamentale, ma lo sviluppo di un proprio pensiero critico lo è altrettanto.
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