Da un Carosello televisivo degli anni Sessanta:
«Sul ponte di Bassano
un dì atterrò un marziano.
Era un marziano in mezzo alla folla
e andava a passeggio usando una molla.
Aveva l’antenna e il tergicristallo,
sei molle di scorta e il triangolo giallo.
Un giorno, passando in piazza Scipione,
credendolo un uomo, parlò ad un lampione.
Quello rispose: “Sei orbo? Non vedi?
Sono un fanale! Vai fuori dai piedi!”
[…]
Cammina cammina, lui ogni tanto
col tergicristallo puliva il suo pianto.
Chiedeva a tutti, in mezzo alla via:
io cerco l’uomo e non so che cosa sia».
Solo per caso, nei pressi del ponte, ebbe la fortuna di incontrare Socrate in persona. Che lo ascoltò. «Non sai che cosa sia l’uomo?» gli disse «Ora te ne parlo. Tieni però conto che il dirtelo non è cosa da poco. Pensa che molti secoli dopo la mia morte, un poeta ebbe a dire: “Buttate pure via/ogni opera in versi o in prosa./Nessuno è mai riuscito a dire/cos’è – nella sua sostanza – una rosa”. Impossibile dire che cosa sostanzialmente sia una semplice rosa. Figuriamoci il poter cogliere l’essenza dell’essere umano. Comunque, secondo me, l’essere uomo implica avere consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo e consapevolezza di ciò che ci sta attorno. E, sempre secondo me, individui che non riflettano sul come conducono la loro stessa vita e che si parlino senza mai intrecciare un vero dialogo, stanno vivendo una vita non degna di essere vissuta».
Il marziano si rasserenò, pensando che – così stando le cose – potrà mettersi l’animo in pace. Nessuno degli esseri umani che avrà modo di incontrare risponderà ai criteri descritti da Socrate. Al più, come lo specchio, riflettono ma non ragionano.
E se ne andò, ritornando là da dove era fortunosamente arrivato.
*