Il nostro è un Blog pacifico e sereno e, nei 470 articoli finora pubblicati, non vi è alcuna traccia di vis polemica accesa e mirata. Ma quel che è troppo, è troppo. Anche perché lo stato di incertezza e di confusione che stiamo vivendo, hanno costituito e costituiscono un doloroso limite al concreto operare in campo della nostra Associazione. A fronte, tra l’altro, di un incontrovertibile fatto: migliaia e migliaia di morti. Stando così le cose, la risposta più scientifica, seria e rassicurante sarebbe “Al momento non siamo in condizione di sapere che cosa stia accadendo”.
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Un fantasma si aggira per Scuole, Uffici, Fabbriche, Quartieri, Paesi e Città: la voce contradditoria e confusa dei virologi e degli specialisti televisivi che, a vario titolo, ci informano sullo stato dell’arte e su come stanno e su come andranno le cose in ordine alla pandemia in corso. Con quale credibilità? Seguirne i ragionamenti ha un che di perturbante: all’inizio, per molti di loro si trattava di una semplice e assolutamente non pericolosa variante influenzale e le mascherine non erano di nessuna utilità. In seguito, folgorati sulla via di un virus sconosciuto che cominciava a fare migliaia di vittime, ecco che si sono prodigati in una variante (anch’essa perniciosa) del sapere di cui dovrebbero disporre ma che evidentemente sono molto lontani dal padroneggiare. Abbiamo ascoltato tutto e il contrario di tutto.
Racconta Umberto Eco: «C’era un giochetto che una volta mi hanno fatto e che consiste nel chiedere di quale noto autore italiano del Novecento sia l’incipit “Turbata libertà degli incanti”. Le risposte sono varie (Ungaretti? Quasimodo? No, Cardarelli…) e alla fine si viene esposti alla tremenda rivelazione: si tratta del titolo di un articolo del Codice Rocco sulla turbativa d’asta» (1992).
Se sapessimo che il contesto è giuridico, capiremmo subito che si tratta di un incanto turbato; se, invece, il contesto fosse poetico, ecco che la parola incanto verrebbe ad assumere altre e ben diverse connotazioni.
È il contesto che determina senso e significato di ciò che si dice e si scrive. I virologi e i più diversi esperti televisivi sarebbe bene che, una buona volta, se ne facessero una ragione e agissero di conseguenza.
NB
Qualsiasi opinione che si volesse esprimere sull’argomento, sarebbe ben accetta. Il dibattito potrebbe aprirsi in qualsiasi momento.
La citazione da Eco è tratta da: Umberto Eco, Perché i libri allungano la vita, Edizione speciale per GEDI Gruppo Editoriale S.p.A, pubblicato su licenza di La nave di Teseo Editore, Milano, 2021.
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Se è vero che la perseveranza è una delle virtù dei forti, noi siamo fortissimi.
Mentre non mi sembra affatto virtuoso il bailamme mediatico che collude con la confusione in campo medico/ scientifico ormai evidente. L’umanità ha il solito problema: troppa poca umiltà e quindi troppo poco silenzio. Fortunatamente c’è gente che continua a lavorare seriamente nonostante l’impudenza di chi sembra tenere di più alla fama personale che non alla serietà professionale e c’è gente che continua ad aiutare e a muoversi seppure con prudenza e senso della realtà con grande rispetto e umanità.
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IN TV PIU’ PSICOLOGI E MENO VIROLOGI, recita un articolo de Il Giornale, di cui credo possa essere interessante leggerne le parole.
“In otto mesi di pandemia, nonostante
le massicce dosi giornaliere
di lezioni di virologia propinate
da tutte le reti tv, la confusione
e la paura regnano sovrane. Non
c’è ragione per non credere che i
virologi, adottati a tempo pieno
dalle tv, siano tutti valenti e affermati
studiosi, ma quando alla
paura si associa una più che naturale
incompetenza sulla difficile
materia, è palese che negli ascoltatori
qualunque comunicazione
di carattere scientifico venga
appresa in maniera distorta e
fuorviante. Sommando le impressioni
tratte dalla tv al reale
disagio creato dalle «grida manzoniane
» dei politici, ne consegue
che la paura e la tensione
stiano raggiungendo livelli di
guardia intollerabili in larghi strati
della popolazione. Credo invece
che se una parte dello spazio
televisivo oggi occupato da specialisti
scientifici fosse dedicato a
valenti psicologi, l’inquietudine
di molti italiani per l’oggi, ma soprattutto
per il domani, potrebbe
trovare una qualche risposta più
rassicurante. Non penso che la
gente sia interessata solo al computo
dei malati, dei ricoverati in
terapia intensiva o dei defunti
per Covid 19. Vuol sapere invece
come reagire a questo accidente
assolutamente imprevisto. Vuol
avere una risposta ai mille interrogativi
che sorgono a livello personale
o generale dopo un lungo
periodo per l’Italia di sostanziale
tranquillità durato ben 75 anni:
dalla fine della Seconda guerra
mondiale ad oggi. Un unicum
nella nostra storia.”
Giuseppe Perotti, 05/11/2020
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Assolutamente interessante e condivisibile. Grazie, Alice, della segnalazione.
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