QUANDO LA DIDATTICA A DISTANZA SI COLORA DI FELICITA’.

Relazione affettiva e mutismo selettivo

Non credo che ci sia qualcuno che preferisce la Didattica a distanza a quella in presenza, neanche i bambini, i quali per quanto spesso possano avere poca voglia di andare a scuola, in fondo amano trascorrere le loro giornate in compagnia soprattutto dei loro compagni, in quel luogo spesso odiato ma che li accoglie per tante ore ogni giorno: la scuola.

Nonostante ciò, siamo soprattutto noi adulti a lamentarci di una situazione così paradossale che spesso ci sta costringendo a lavorare anche in orari impensabili o in quei giorni che per noi corrispondevano allo svago e al riposo.

Eppure oggi, vorrei dare una nota di colore a questa tanto detestata Didattica a distanza.

Sono un’insegnante di sostegno. Seguo due bambine e forse avevo già parlato di N., una bambina di 9 anni con mutismo selettivo.

Devo ammettere che tra noi era nata sin da subito un’intesa particolare, ma mai avrei immaginato tanta felicità proprio durante la DAD.

Momenti di meravigliosa intesa con i genitori, che spesso si sono lasciati andare anche a confidenze che vanno al di là della sfera puramente didattica. Sorrisi della bambina che mi riempivano il cuore.

Pian piano, affrontando l’ansia che la caratterizza, abbiamo organizzato delle video-lezioni individuali nelle quali ogni esercizio svolto mi veniva mostrato inquadrando il suo foglio e ogni risposta alle mie domande veniva data muovendo il capo.

Tutto ciò fino a pochi giorni fa. Fino ad una tanto temuta verifica di italiano che comprendeva una prova di lettura, per la quale o avrebbe dovuto farsi registrare o avrebbe dovuto leggere con la voce sufficientemente alta durante una video-chiamata, alternative sin dall’inizio rifiutate dalla bambina.

Dopo aver sostenuto la verifica e aver rimandato a data da destinarsi la prova di lettura, vengo contattata dalla mamma dicendomi che N. avrebbe voluto leggere a voce alta con me.

È stata una strana sensazione sentire quella vocina per la prima volta, ma soprattutto pensare che questo desiderio fosse stato espresso da una bambina dolcissima che però nel quotidiano riesce a parlare solo con i suoi genitori.

Da quel giorno svolgiamo le video-lezioni parlando, ogni mattina e ogni sera manda dei brevi messaggi vocali su Whatsapp e mi invia delle carinissime immagini attraverso le quali cerca di far capire quanto io sia diventata un punto di riferimento.

Lo ammetto, non ho fatto un corso per diventare insegnante di sostegno, non mi sono state date delle linee guida per il mutismo selettivo, ho solo visto dal primo momento davanti ai miei occhi un’anima indifesa che attraverso il suo silenzio esprimeva tutta la sua dolcezza. E così mi sono comportata in maniera del tutto naturale, solo un po’ basandomi su ciò che ho appreso nel mio percorso di Laurea in Psicologia dello sviluppo.

Di fronte a questo piccolo ma grande risultato, però, mi sono sentita bene, ho compreso quanto sia vero ciò che sosteneva la grande Isabel Allende: “La felicità è uno stato intimo di soddisfazione”.

CRISTINA FRATTO

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