Ho scritto un pensiero, un po’ forte, ma sentito.
Il tema è il ritorno di Silvia Romano, la ragazza rapita.
Distanti ma uniti…solo a parole.
Ci deve essere qualcosa che mi è sfuggita, forse il tempo stesso mi è passato davanti e non me ne sono accorto. Stamattina mi sono svegliato e ho pensato seriamente di trovarmi nel 2050. Credo che 30 anni di salto temporale siano sufficienti a far dimenticare. Eh sì, perché ricordo che sono andato a letto con una meravigliosa notizia e mi ritrovo stamane che quella stessa notizia era mutata da gioia ad odio.
Fermi tutti!!!
Prima di continuare devo darmi un pizzicotto che magari sto ancora dormendo…Ahiaaa… no no, sono davvero sveglio.
Ma scusate, dove sono finiti i Bella Ciao, “l’insieme ce la faremo”, dove è finito “ l’Italia riparte”, dove siete andati tutti? Perché c’eravate, me lo ricordo bene che c’eravate.
Ah, ho capito: si tratta di uno scherzo, vi siete nascosti e stasera appena arriverò a casa tutto quello che ho visto e letto oggi sparirà, forse.
E invece credo proprio che rimarrà e risuonerà ancora dai vostri cuori, quegli stessi cuori che si vantavano di battere all’unisono perché “Noi Siamo Italiani”.
Risuoneranno e, nella memoria, faranno da sottofondo alle immagini di una mamma che abbraccia la propria figlia al ritorno di un’esperienza che nessuno di noi può immaginare. E invece di abbracciarla anche Voi, la insultate e condannate perché , nonostante tutto, Lei ha scelto di guardarsi dentro.
E voi vi siete guardati dentro? Forse dovreste farlo, anzi lasciate perdere e tornate a guardare le vostre pizze nel forno che magari si stanno bruciando come la vostra anima.
Silvia ben tornata a Casa!!!
Dott. Antonio Viscardi
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Caro Antonio,
Hai dato voce alle tue emozioni, e questo è – in ogni caso e comunque la si pensi – apprezzabile. La liberazione di Silvia Romano ha dato la stura a un mare di polemiche dalle più svariate tonalità, alcune delle quali non meritano di essere né prese in considerazione e tantomeno commentate, considerata la volgarità che le caratterizza. Ma il tema che ha suscitato la tua indignazione è tema importante. Solo a mo’ d’esempio, riportiamo la presa di posizione che al riguardo ha assunto l’Ordine degli Psicologi della Lombardia e qualche riga tratta da un articolo scritto da Umberto Galimberti.
17 maggio 2020
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“Un bel tacer non fu mai scritto.”
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia esprime sostegno e solidarietà a Silvia Romano e alla sua famiglia.
Ricordiamo che Silvia è la vittima di un rapimento, un evento traumatico estremo.
La nostra comunità professionale sottolinea l’importanza di rispettare, anche con un opportuno silenzio, il momento che Silvia sta attraversando: gli attacchi mediatici di questi giorni rappresentano un pericolo grave per il suo benessere e la concreta possibilità di contribuire ad un ulteriore trauma sul trauma.
Inoltre, il sapere scientifico psicologico dimostra in modo incontrovertibile che nessuna diagnosi può essere fatta per interposta persona o sulla base di immagini o di riferiti.
La valutazione clinica è un lavoro delicato che richiede un contatto diretto e degli strumenti professionali: questo processo non può essere lasciato nelle mani di chi sostiene la strumentalizzazione mediatica, di comunicatori imprudenti o di persone mosse da sentimenti primitivi e nessuna competenza in materia.
#OPL #OpenOPL #comunicatistampa #SilviaRomano
12 maggio 2020
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«Forse Silvia si è convertita, forse per necessità, forse per sopravvivenza nel tempo della prigionia, forse per intima convinzione. Non credo per la “Sindrome di Stoccolma”. Una dimensione così personale, così propria, così difficile da comunicare, perché quando si ha a che fare con sensi e significati che oltrepassano la nostra esperienza condivisa, ogni discorso, nel momento in cui si offre alla chiacchiera comune, rischia il fraintendimento. La conversione di Silvia Romano è personale ma può insegnare a tutti noi il senso religioso che l’Occidente ha ormai perso»
Dall’articolo di Umberto Galimberti pubblicato su Il Secolo XIX l’11 maggio 2020
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Grazie ancora una volta al blog di UVI per avere dato voce e luce a una vicenda così particolare come questa.
Sono assolutamente d’accordo con il grido di chi si indigna di fronte allo scempio di insulti e giudizi a questa ragazza. Sono certa che dietro al disprezzo ci sia sempre la paura e voglio credere che presto questi comportamenti assurdi e senza dignità possano rientrare nel rispetto di quanto accaduto ad un essere umano che potrebbe essere una figlia per tanti di noi.
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Grazie Antonio per aver condiviso il tuo punto di vista! Anche io non mi capacito di quanto talvolta possano essere vasti l’odio e l’ignoranza umana, soprattutto per quanto riguarda una vicenda toccante ed emotivamente complessa come quella di Silvia. In questo senso, condivido pienamente la posizione presa dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
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Infatti non appena si riacquisterà un po’ di calma e si ritornerà, più o meno, alla vita di prima, tutto ritornerà come prima, se non peggio, anche la cattiveria gratuita!
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