I bambini, comunque si comportino, sono il sorriso e la musica del mondo. Occorre però saperli ascoltare. Provate a immaginare ognuno di loro come fosse una partitura originale e mai eseguita. Come leggerla e comprenderla? Innanzitutto bisogna tener presente che il bambino è come un compositore che registra, scrive e canta una melodia ascoltata casualmente. Ciò accadde, solo per fare un esempio, a Mozart, Verdi e Camille Saint-Saëns. La qualità della composizione – che cioè sia buona o cattiva – dipende allora da che cosa il bambino ha ascoltato e soprattutto visto: la forma didattico-pedagogica più importante è infatti l’esempio (sia detto per inciso: quale esempio il mondo adulto sta dando ai bambini?).
Per coloro che desiderano ascoltare e comprendere i bambini (e genitori e insegnanti dovrebbero volerlo…), basterà avere un orecchio capace di distinguere i suoni e di metterli in relazione gli uni con gli altri, di individuarne altezze e timbri. Il bambino deve essere “ascoltato” e non “consumato”.
Bisogna considerare che il “bambino-interprete” realizza e compone a partire da un testo stenografico scritto da Autori che tutti abbiamo conosciuto: l’Ambiente storico-culturale, la Genetica e la Biologia. Introduce in questo medesimo testo-base varianti personali irripetibili che rendono ogni singola interpretazione originale e mai ascoltata prima, dove sono rintracciabili evocazioni immaginifiche e simmetrie razionali. Ogni genitore, ogni insegnante e ogni educatore ha le proprie preferenze: chi apprezza maggiormente la dimensione immaginifica e chi la dimensione razionale. Due maestre, una a righe l’altra a quadretti, hanno da sempre animato il palcoscenico della scuola; il confronto tra Italiano e Matematica è sempre stato acceso.
Vi è poi l’interprete-adolescente: le sue partiture generano melodie che, a prima vista, sembrano agevoli e facili. Tuttavia, man mano che le si ascolta, diventano sempre più labirintiche, allusive, ambivalenti, enigmatiche. L’adolescente è a suo modo una “minaccia” per l’adulto, così desideroso di una quiete esistenziale che affondi le proprie radici in un impianto valoriale che immagina eterno e immutabile. Del resto, nulla di più sano che (metaforicamente) uccidere il padre. O, se vogliamo ricordare una metafora agro-pastorale: il frutto può dirsi maturo quando cade dall’albero.
Conclusione del tutto provvisoria: l’ascolto partecipato di bambini e adolescenti implica una sensibilità e un’attitudine all’entrare in rispettosa relazione, facile da identificare a tavolino ma per nulla semplice da applicare nella pratica educativa quotidiana.
Una analoga riflessione riguarda anche l’interprete-anziano e il suo cantare e fare musica. Le partiture dei vecchi sono scritte dalla memoria. Favorire il collegamento tra bambini, adolescenti e anziani è una sfida che dovrebbe superare il concetto di “Casa di riposo”: il pensiero non dovrebbe mai essere messo a riposo.
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Lo sguardo che hai saputo offrire del bambino poi adolescente e poi anziano come una partitura originale mi pare una delle metafora più consone che abbia mai avuto modo di leggere.
Se solo, diventati adulti, ciascuno sapesse e potesse ricordare la propria originale sinfonia….i nostri bambini avrebbero guide migliori!
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