La specie umana è una specie animale che vive di socialità e di relazioni di gruppo e interpersonali. Al momento pare però che mantenersi distanti l’uno dall’altro sia l’unica misura per ridurre il rischio di contagio. Oltre a ciò, l’invito a starsene il più possibile a casa implica la necessità di un ulteriore isolamento fisico, tra le mura del proprio appartamento (questo vale naturalmente per coloro che una casa l’hanno…).
Raffaella Trocchianesi, ricordando che “Il luogo non è uno spazio geometrico ma un ambito di vita”, scrive: «L’uomo, per sua natura, tende a organizzare uno spazio itinerante, dinamico, ricco di percorsi sensoriali. Il suo sguardo, quando percorre un ambiente, è in movimento e tutto il suo essere è volto a percepire diversi stimoli provenienti dall’esterno (colori, odori, sapori, esperienze tattili e uditive). Per questo è necessario creare un ambiente che favorisca al massimo la naturale predisposizione dell’uomo alla ricezione sensoriale. Fin da piccolo, il bambino tende ad esplorare lo spazio e a manipolare gli oggetti per potersene appropriare e sentirsi così a suo agio. La percezione sensoriale introduce un processo automatico di attività cerebrale superiore: deve quindi entrare in moto tutto il meccanismo associativo della mente; dal principio alla fine le nostre emozioni non cessano di essere coltivate».
L’uomo moderno sembra quasi ingabbiato nella rete di un esclusivo e malinteso senso di “esasperata razionalità” che lo esclude dalla possibilità di fare riferimento a quella struttura dinamico-sensoriale che, viceversa, gli consentirebbe di vivere un po’ meglio. E’ un altro degli insegnamenti che COVID19 ci sta dando: recuperare la dimestichezza con i nostri cinque sensi, favorendo così l’azione e la messa in gioco del pensiero emotivo. Nel chiuso delle nostre quattro mura potremmo riscoprire l’importanza di conoscere il mondo – nostro e altrui – e la natura tutta, attraverso le emozioni che questo stesso mondo e questa stessa natura suscitano. Il che potrà avvenire se saremo capaci di annusare, ascoltare, guardare, toccare, sentirne il sapore.
Corona Virus insegna: sta a noi imparare.
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Bisogna anche imparare a stare con se stessi e a nutrirsi di altre cose. Buona serata!
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Grazie! Buona serata anche a te. E’ assolutamente essenziale e vero imparare a stare con se stessi e – se proprio si vuole esagerare – impegnarsi per sapere e conoscere chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e, soprattutto, perché siamo partiti…
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esatto 🙂
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Grazie per questa bella riflessione!
In effetti diamo per scontate moltitudini di cose nella quotidianità e questa esperienza di assenza forzata di tanti stimoli e di tante possibilità (penso in particolare ai bambini) ci costringe a verifiche e a prese di coscienza continue curva il loro valore.
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Un pezzo molto bello, fa riflettere. Siamo sempre troppo di corsa per soffermarci a pensare. Purtroppo i pensieri positivi al tempo del virus non valgono per chi ha preso degli affetti: non è facile farsene una ragione 😦
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