Dario Varin scrive: “Il fatto che i bambini appartenenti ai ceti più sfavoriti abbiano in genere minori capacità linguistiche dei loro coetanei è ormai estesamente noto […] Oggi assume sempre maggior rilievo l’ipotesi che il linguaggio sia una variabile chiave attraverso la quale la struttura sociale esercita la propria influenza sullo sviluppo psicologico dell’individuo. Il linguaggio, e soprattutto il linguaggio verbale, media le dimensioni storiche e culturali, peculiari di ciò che è l’ambiente per l’uomo. E’ in gioco il tema fondamentale del rapporto fra l’uomo, con le sue predisposizioni innate, e l’ambiente con il quale tale predisposizioni interagiscono”.
Che il rapporto tra pensiero e linguaggio sia elemento centrale di un qualsiasi processo educativo e formativo è ormai considerazione acquisita e dato non messo in discussione.
Associazioni, Scuole, volontari, volontarie, educatori, educatrici e insegnanti in genere, sono in grado (ne hanno i mezzi) di “agire” anche sulla struttura sociale che caratterizza l’ambiente di riferimento di ciascuno dei propri allievi? Perché il gioco è a due vie: sviluppare le competenze linguistiche comporta un contestuale miglioramento della qualità della vita, intesa come struttura sociale. E, d’altro lato, intervenire sulla struttura sociale implica il miglioramento delle strutture linguistiche.
Al riguardo, e ognuno in riferimento al proprio contesto operativo, occorre generare idee innovative e al passo dei tempi. Il che può essere favorito dall’ascolto di un impianto musicale di largo respiro, quale la Nona Sinfonia di L.W.Beethoven. E’ possibile rintracciarvi il completo sviluppo di un processo di conoscenza e di intelligente creatività fino ad arrivare alla voce umana che si fa felice sintesi –appunto– di pensiero e linguaggio. Oltre a costituirsi come valido strumento per far fronte all’invisibile virus. Si consiglia l’ascolto – scaricabile da Youtube – dell’interpretazione della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti (1.21.22).
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