L’assertività, ovvero l’affermazione di sé, è una caratteristica del comportamento umano, che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni, senza offendere e né aggredire l’interlocutore.
L’assertivo innanzitutto non giudica e tratta gli altri in modo paritetico; non esistono giusti o sbagliati, solo persone che la pensano in modo diverso. Se attaccato, si difende comunicando in modo autonomo e determinato le proprie opinioni, riuscendo a far valere i propri diritti senza offendere, criticare, minacciare o manipolare. Questa infatti è la sua caratteristica: difendere le proprie idee con determinazione senza mai ferire gli altri.
Lo strumento per eccellenza dell’assertivo sono i messaggi in prima persona. Significa esprimere le proprie sensazioni con onestà; quindi tutto ciò che non è vero, come falsità ed ipocrisia, sono ritenuti un ostacolo alla comunicazione e quindi inutili.
Il messaggio in prima persona sostituisce il “tu sei” con l’“io sento”, consentendo di esprimere i propri bisogni senza far sentire l’interlocutore in colpa o giudicato a seguito di frasi come: “sei sempre il solito…”, “tu sei come…”, “tu non sei mai…”. L’altro non si sentirà attaccato e sarà più propenso a prestarci ascolto e a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni.
In genere si è poco abituati ad esprimere i propri sentimenti, soprattutto in situazioni di tensione, quando è più facile alzare le difese piuttosto che esprimere con onestà ciò che si prova.
Questa tecnica comunicativa è parte integrante di un metodo elaborato dallo psicologo americano Thomas Gordon, che ha lo scopo di favorire la comunicazione tra gli individui e migliorarne così le relazioni.
Si sviluppa in quattro fasi: si inizia con lo specificare il momento in cui si verifica il disagio, si descrive l’emozione che si prova, se ne spiega il motivo e si chiede infine quale comportamento si desidera che l’altro metta in atto. Ad esempio: “Quando lasci la tua stanza in disordine, sono molto dispiaciuta, poiché devo farlo io anche se sono molto stanca; ti chiedo pertanto di riordinarla”.
Descrivere i propri sentimenti è tutt’altro che un atto di debolezza anzi, mostra una forza che protegge la propria identità ed i propri valori.
Migliorando la comunicazione si migliorano le relazioni. Una maggiore consapevolezza su quanto accade e la relativa reazione emotiva che in noi provoca, consente di capire meglio come funzioniamo; acquisiamo maggiore conoscenza dei nostri limiti e maggior fiducia circa le nostre potenzialità.
Diventa così inutile aggredire l’altro, scappare o evitare il confronto (incluso cambiare discorso o banalizzare), oppure rimanere in silenzio subendo passivamente ciò che accade.
Un’emozione repressa assume nel tempo grande potere poiché finisce per guidare i propri comportamenti e pensieri. Se riusciamo ad identificarla, sarà più facile gestirla.
Esercitarsi ad ascoltare le proprie emozioni consente di regolare il proprio comportamento in maniera più coerente con la propria identità. Saremo così, anche più comprensibili agli altri.
Marina Trionfi,
Counsellor Umanistico Esistenziale, formata presso l’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona di Milano, la accompagna da sempre la passione per la psicologia del profondo.
Dopo 20 anni di esperienza maturati in campo economico e finanziario, fa della progettazione un importante strumento di studio e analisi dell’ambiente. Collabora dapprima con agenzie educative per la stesura di percorsi rivolti ai giovani e poi con l’Ufficio HR delle aziende ai fini di un miglioramento del work-life balance del dipendente e la valorizzazione delle soft skills. Volontario presso l’UVI (Unione Volontari infanzia e adolescenza) di Milano, collabora come blogger per la rubrica “La Panetteria di Marina”. Scrive articoli per l’Associazione culturale Rogersianamente, di cui ne cura i contenuti del sito.