La maschera più piccola del mondo è quel nasino rosso che indossano i pagliacci.
Ecco: con il naso rosso e un cappellino con l’elica, Marco Rodari gira ogni angolo del pianeta dove vi sia una guerra e dove i bambini ne siano le prime e più soffrenti vittime.
“Se ci si ferma tutti e si mettono al primo posto i bambini, la guerra finisce”, afferma Marco Rodari, claun (proprio claun e non clown…) di guerra. Il Pimpa è il suo nome d’arte.
Gira il mondo armato di naso rosso per far sorridere il cielo, dove cadono bombe e lacrime e dove sia smarrita la gioia dei bimbi. Con un pizzico di magia la fantasia riprende il suo volo e almeno per un attimo tutto è felice.
Per fortuna sono diversi dagli scenari di guerra gli spazi, i luoghi e il tempo dove le nostre educatrici e i nostri volontari danno vita alle esperienze didattico-educative che vedono come primi attori e attrici bambini, bambine, ragazzi e ragazze con, comunque, sulle spalle uno zainetto esistenziale più pesante di quello che dovrebbe essere. Certo, vite ben diverse dall’insieme di drammatiche esperienze devastanti raccontate e descritte con lo sguardo dai bambini che Marco Rodari incontra. Il suo viene però a costituirsi come laboratorio dove vengono condotti esperimenti che molto hanno da suggerire a chiunque opera in una qualsiasi dimensione educativa: genitori, insegnanti, esperti di qualsivoglia natura e specifica competenza, volontari.
Come, per esempio, l’imparare a fare “magie”, per piccole che siano: non costa nulla!
Partendo dagli oggetti presenti nella vita quotidiana di bambini e ragazzi, utilizzando il nostro corpo e la nostra fantasia.
Marco Rodari, con collaboratori e collaboratrici dell’Associazione “Per far sorridere il cielo”, mette in luce – nel suo laboratorio – e presenta che cosa sia l’esperienza claun:
Recitazione, danze, canti, giocoleria, micromagia…tutto all’insegna dell’improvvisazione. E’ il tentativo di diffondere e di esprimere a chi ascolta gioia, divertimento e messaggi positivi.
In fondo non dovrebbe essere difficile presentarsi in aula con una valigetta delle sorprese, come ha suggerito ormai molti anni orsono Guido Petter. Con un obiettivo: far sì che chi non riesce a correre e camminare, impari a volare.
Per saperne di più, l’invito è quello di visitare il seguente sito:
http://www.ilpimpa.it
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Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti.” (L. Carroll)
Ecco la soluzione, sempre: la fantasia. E i bambini sanno come insegnarcela!
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Hai ragione: i bambini sono il sorriso del mondo ed hanno la capacità di vivere sognando ad occhi aperti. Una capacità che gli adulti – adulterati -in genere non hanno.
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