P.S. : alla cena natalizia ha partecipato anche Bingo, che ha divorato il risotto, forse perché cotto nel brodo di carne ( sto segretamente addestrando Bingo a diventare carnivoro: voglio creare la prima capra che rincorra e azzanni un cane…: voglio arrivare a “Quark” con Piero Angela).. Intanto, Bingo ingrassa ma non cresce. La veterinaria ( cioè mia figlia Tafsìt) interpellata per telefono ha ipotizzato due cause: il latte in polvere che s. Pauline dà col biberon al caprettino; oppure qualcosa di congenito (che ha spinto mamma capra a ripudiare subito il nostro Bingo). A ben guardare, la mancata crescita di Bingo non è una cosa negativa: il suo mantenimento costerà meno alle suore, e potrà continuare, per le sue ridotte dimensioni, a dormire sul letto di Pauline ( ho il sospetto che la suora imponga di notte al capretto una gabbia metallica che gli impedisca la crescita per ottenere un capra-bonsai: indagherò). Passato il Natale abbiamo ripreso la nostra attività per giungere prima del ritorno a inaugurare i pozzi : giov. 27, col nostro fedele scooter” Dinamite” abbiamo raggiunto il costruendo pozzo di Taparkò, 20 km a sud-est di Yalgò. Dopo 5 km di pista ( stradina su terra e sabbia, larga quanto un paio di moto ), seguendo quanto annotato durante il nostro primo sopralluogo : “ scendere dall’asfalto dopo la vecchia scuola, tenendola sulla sinistra; puntare sul grosso Baobab carico di grossi nidi; superarlo sulla dx e seguire tracce in direzione di baobab enorme e isolato ,verso sud; superarlo tenendolo sulla sx, e puntare verso gruppo di alberi di mango: lì, arrivati.” Alcuni giovani stavano scaricando da un motocarro le pietre per il rivestimento, mentre un mucchio di terra smossa testimoniava gli scavi in atto. Sperando che i bambini presenti fossero solo spettatori ( le scuole sono chiuse, piuttosto che fare i compiti preferiscono accompagnare il fratello maggiore … ; e Babbo Natale va in giro con la slitta e le renne!) ci siamo congedati promettendo Coca-Cola al prossimo giro. Era ormai mezzogiorno, siamo ripiegati chez-nous . Prima di sera ( il buio arriva prima delle 18) abbiamo visitato alcuni piccoli amici: nel paiolo annerito bolliva “qualcosa”, il solito “qualcosa”; il fuocherello serviva anche da “luce diffusa” per rischiarare l’aia; ma un paio di torce elettriche a ricarica solare – nostro piccolo regalo natalizio- erano in funzione, appese ad un uscio 160 cm per 120 cm. Queste aperture spesso sono l’unico ricambio d’aria della camera da letto ( o “zona notte”, 2 metri per 3) ove dormiranno tre adulti e 4 o 5 bambini e bambine dai 3 ai 12 anni. Dopo lo shock della prima visita (4 anni fa) mi sono sforzato di farci il callo; ma non ci sono/siamo riusciti: d’altronde ,come si dice? Vista una , viste tutte: è vero, ma l’effetto non è uno sbadiglio, ma la moltiplicazione del senso di angoscia, di frustrazione per l’inadeguatezza, di senso di colpa per il fatto di abitare noi due con 2 gatti, in BEN 72 metri quadri!..E abbiamo un bel dirci, prima di addormentarci, che noi abbiamo studiato, abbiamo lavorato, ce li siamo meritati i 72 mq… .Ma vallo a dire a quel bambino che è sempre a piedi nudi, che sa solo dire in francese “messiù le bon bon” perché non va, non andrà mai a scuola; a quella madre che ha allungato la mano e lesta si è impossessata della caramella offerta a suo figlio: cosa pensa, cosa prova, cosa “sogna” una donna che ruba la caramella al suo piccolo? Che vita ha fatto, fa, farà questa donna? Quali colpe deve espiare? Domande che si presentano a metà della notte, dopo la “pausa-toilette” che interrompe il sonno. Domande che sembrano retoriche, all’apparenza così retoriche da insinuare- come spero- il dubbio che siano sinceramente vere,( e non l’effetto della”depressione post-feste Natalizie”). Alla prossima.
Renato e Cris