PASSO NUMERO 2
Oggi voglio raccontarti una cosa che spero ti possa divertire. Voglio parlarti della stupidità umana. Te ne parlo perché una persona viene definita stupida quando si comporta in modo stupido. E dato che – come abbiamo visto nel Passo Numero 1 – io mi occupo del comportamento umano, mi è capitato e mi capita di occuparmi anche della stupidità umana. Ma prima voglio chiederti: ti è mai capitato di fare una cosa stupida ?
Di certo potrei fartene un elenco molto lungo, come chiunque, credo.
Bene. Allora sta a sentire. Intanto mettiamoci d’accordo su che cosa intendiamo con il concetto di “stupidità”. Un signore, che ha fatto un Dizionario su di me (si chiama Umberto Galimberti e ha scritto il Dizionario di Psicologia intorno al 1992), alla voce “stupidità”, scrive: “Limitazione nei processi ideativi e nella capacità di giudizio”. Come ti ho detto, io mi occupo anche di processi decisionali e di come ci vengono le idee. Ora possiamo a ragione definire il Giudice del quadro del Botticelli (l’abbiamo visto nel Passo Numero 1), una persona stupida in quanto esprime un giudizio limitato e condizionato – per esempio – dall’Ignoranza e dal Sospetto. Non è proprio capace di arrivare alla nuda Verità.
Un Autore che mi è molto simpatico e che tratta con intelligenza molti degli argomenti di cui io stessa mi occupo, ha scritto un libretto dove descrive quelle che lui definisce “Leggi fondamentali della stupidità umana”. Se proprio vuoi saperlo, lo scrittore si chiama Carlo M. Cipolla e il libro “Allegro ma non troppo”, pubblicato nel 1988.
Fai attenzione.
La Prima Legge della stupidità umana afferma che Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione. Nell’Antico Testamento si è esagerato quando si è scritto che “Stultorum infinitus est numerus” (Il numero degli stolti è infinito) per il semplice fatto che il numero dei viventi è finito. Hai visto come son capace anch’io di essere spiritosa?
Ma veniamo alla Seconda Legge: La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona.
La Terza Legge presuppone che gli esseri umani rientrino in una delle seguenti categorie: gli sprovveduti, gli intelligenti, i banditi e gli stupidi. Se ci pensi, ad ogni persona è capitato – nel corso della propria vita – di fare un qualcosa che, col senno del poi, ha potuto definire “da sprovveduto”, “da intelligente”, “da bandito” o “da stupido”. In parole povere, la Terza Legge sostiene che Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per se stessa o addirittura subendo una perdita.
Nella mia lunga vita ho incontrato molte persone che si sono comportate in modo tale da danneggiarne altre senza trarne vantaggio alcuno. Il perché l’abbiano fatto te lo spiegherò molto più avanti, ma ricordati di ricordarmelo.
La Quarta Legge afferma che Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
La Quinta Legge sostiene che La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista. Di conseguenza possiamo affermare che lo stupido è più pericoloso del bandito.
Quest’ultimo concetto te lo devo spiegare: il comportamento della persona stupida è pericoloso in quanto imprevedibile. Non segue mai il filo della ragione. Il bandito, no. Ha una sua precisa razionalità. Perversa, se vogliamo, ma pur sempre “razionalità” e in quanto tale, prevedibile e quindi meno pericolosa. Il perfetto bandito è colui che, con le sue azioni, causa ad altri perdite equivalenti ai suoi guadagni. Una persona che ruba 1.000 euro senza causarti ulteriori danni, è un bandito perfetto. Tu perdi 1.000 euro, lui ne guadagna 1.000.
Vi sono poi banditi che procurano a se stessi guadagni maggiori delle perdite che causano ad altri. Si tratta di persone con un elevato grado di intelligenza.
Vi sono infine banditi che procurano a se stessi vantaggi inferiori alle perdite causate ad altri. Se qualcuno, per scipparti la borsa con 50 euro, ti fa cadere, magari rompendoti una gamba, non è di certo un bandito “perfetto”.
Ora, una riflessione conclusiva è d’obbligo. Proprio questa sera, seduta nel divano della mia casa di campagna, ho visto alla televisione (per l’esattezza si trattava del programma condotto da Gianluigi Paragone, La Gabbia) due casi che hanno senz’altro a che fare con il banditismo di quest’ultima natura. Il primo caso ha riguardato la pattuglia della Guardia di Finanza che, a Napoli, ha elevato una multa di 500 euro a un salumiere che aveva regalato un panino col prosciutto a un povero mendicante. Motivo: non aveva emesso lo scontrino. Il secondo caso ha riguardato la truffa che una banca ha messo in opera ai danni di un pizzaiolo: gli ha fatto accendere un mutuo in euro ma esigendo la restituzione in franchi svizzeri. Risultato: elargiti 280.000 euro, pretesa la restituzione – con il cambio favorevole alla banca – di più del doppio della cifra concessa.
Ciò per dire che le forme di banditismo sono più diffuse e varie di quanto non si possa immaginare.
Ora ti do un compito, sempre che tu ti voglia divertire un po’. Sarebbe bello che la prossima volta tu potessi portarmi qualche esempio tratto dalle tue esperienze. Ti è mai capitato, per esempio, di incontrare persone stupide che ti hanno fatto dei danni? E a te,per caso, non è mai capitato di fare qualcosa di stupido ?
Boh, ci proverò ma non ti garantisco niente. Comunque, grazie e alla prossima.
LO SPIRITO FOLLETTO