In panetteria abbiamo come ospite la Dottoressa Silvia Torrengo, direttore ICT e sistemi informativi dell’Azienda Ospedaliera ”Ordine Mauriziano” di Torino.
Avendo maturato un’esperienza significativa alla dirigenza di Istituzioni sanitarie, le chiedo un’opinione su cosa s’intenda oggi per “benessere”.
“Il benessere, da ben – essere = stare bene o esistere bene, è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano e caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona.
Il concetto di benessere nel corso degli anni ha subito numerose modifiche e ampliamenti, che hanno condotto a una visione del termine più ampia e completa, non più incentrata sulla sola idea di “assenza di malattie”, ma come uno stato complessivo di buona salute fisica, psichica e mentale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, fin dal 1948, definisce la salute come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Tale definizione recentemente si è evoluta nel concetto di – promozione della salute -, concepita come processo grazie al quale le persone possono acquisire il controllo diretto e la gestione della propria condizione di benessere: la ricerca in tale campo evidenzia la relazione tra abitudini individuali, atteggiamento mentale e salute, e ipotizza la diretta relazione tra cervello e sistema immunitario”.
Domando quindi quanto possono incidere le emozioni, in particolare quelle negative come stress, ansia, paura, sulla nostra salute e sul sistema immunitario.
“E’ ormai diffusa l’ipotesi che tutte le malattie, non solo quelle autoimmuni, siano profondamente influenzate dallo stato psichico del paziente.
Il sistema immunitario, dal quale dipende la risposta alla stragrande maggioranza di tutte le malattie, è direttamente condizionato – a volte, si direbbe, quasi “comandato” – dalla mente del paziente, anche se non sono ancora noti i meccanismi attraverso i quali si esercita tale influenza. Spesso l’esordio dei disturbi autoimmuni coincide con un evento che segna profondamente, in senso negativo, la vita del malato: può essere la perdita di una persona cara, un grande spavento, la perdita/assenza di lavoro, un periodo di difficoltà economiche, in generale tutte le infinite possibili situazioni della vita che tendano a togliere tranquillità e sicurezze”.
Le chiedo se è possibile intervenire innescando processi utili, ad esempio variando abitudini o convinzioni.
“Dobbiamo essere tutti più coscienti di quanto la salute non consista nella semplice assenza di malattia, ma dipenda da una quantità di fattori inerenti alla globalità della nostra vita.
Salute e benessere sono direttamente proporzionali all’armonia che riusciamo a realizzare ed esprimere nei vari aspetti e livelli del nostro essere, dalla sfera più privata e personale al rapporto con l’ambiente e la società.
I popoli dell’America Latina usano il termine “Ben vivere” al posto di “Benessere” poiché danno più valore alla qualità della vita, ai diritti, all’ambiente e non all’individuo.
Questa visione è punto cardine di molte discipline e correnti di pensiero filosofico, occidentali e orientali, con recenti conferme in campo medico-scientifico.
Comunemente il benessere è percepito come una condizione di armonia tra uomo e ambiente, risultato di un processo di adattamento a molteplici fattori che incidono sullo stile di vita. Ognuno di noi può gestire consapevolmente e direttamente la propria salute e il proprio benessere, intesi quindi nel senso più ampio di flessibilità e capacità di trarre il meglio da ogni situazione e capacità di gestire e risolvere in modo soddisfacente quelli che ci appaiono come problemi”.
Siamo fatti di mente, corpo e spirito.
Le riflessioni della Dottoressa Torrengo mi confermano che le tre dimensioni debbano “viaggiare” consapevolmente insieme. Il corpo manifesta anche ciò che la mente si rifiuta di ammettere ed è quindi utile trattarlo non solo come mezzo, ma ascoltarlo quale prezioso compagno di viaggio. Limitare la prevenzione a screening periodici, forse non basta.
Se è vero che possiamo intervenire direttamente sul nostro benessere, è utile agevolare il carico di lavoro dell’organismo con una prevenzione giornaliera che punti alla cura di sé pensando al proprio bene.
Potrebbe essere utile, ad esempio, inserire nella giornata momenti di relax, che controbilancino situazioni pressanti; non mi riferisco esclusivamente a ciò che offre il mercato (SPA, palestra etc.) ma a una ricerca personale, che generalmente ha risultati diversi per ognuno.
Oppure ripensare alla gestione delle relazioni, talvolta causa di stress, scaglionandole, per evitare un sovraccarico e, laddove non sia possibile, alternarle con attività piacevoli e rilassanti per recuperare energie.
Altrettanto efficace è ripensare ai ritmi del sonno o valutare se è sempre necessaria la fretta e non si possa organizzare meglio il tempo.
Rivalutare il silenzio o meditare, per rientrare in contatto con il proprio sé autentico e riconnettersi al proprio spirito e, d’altro canto, non vergognarsi se piace cantare ad alta voce o ballare liberamente.
E’ fondamentale comunicare a chi si ama, e in modo reciproco, cosa è importante per se stessi, al fine di condividerlo e rispettarlo, vivendo così i preziosi momenti senza sensi di colpa.
Credo sia non solo utile ma necessario creare un personale sistema di prevenzione che intervenga in anticipo e di prassi, per equilibrare le forze negative con quelle positive. Il beneficio avrà effetto su di sé, sulle relazioni interpersonali e sull’ambiente che ci circonda.
Ringrazio la Dottoressa Torrengo per il suo contributo e ancor più quale stimolo alla riflessione.
Comprendo che possiamo condizionare in positivo la nostra vita, ottimizzando importanti strumenti di cui siamo già in possesso.
Marina Trionfi