A proposito di “ascolto” e di metodiche utili all’interpretazione, alla lettura e alla decodifica dei (micro) segnali che ci giungono dal mondo umano circostante risulta di un certo interesse la Teoria dell’andatura elaborata da Honoré de Balzac.
Di particolare interesse per coloro che si occupano della descrizione e della valutazione negli ambiti più diversi: la scuola, l’organizzazione, l’azienda.
Viene suggerita attenzione particolare all’andatura con la quale le persone – bambini o adulti che siano – entrano ed escono dal luogo dove si verrà a sviluppare la relazione (a scanso di equivoci: si fa per scherzare, come direbbe Roberto Benigni…).
Si caratterizza per una serie di assiomi:
I.L’andatura è la fisionomia del corpo; II. Lo sguardo, la voce, il respiro e l’andatura, sono identici; ma poiché non è concesso all’uomo di poter vigilare contemporaneamente su queste quattro manifestazioni diverse e simultanee del suo pensiero, cercate quella che dice la verità: conoscerete l’uomo per intero; III. Il riposo è il silenzio del corpo; IV. Il movimento lento è straordinariamente maestoso; V. Ogni movimento brusco tradisce un vizio o una cattiva educazione; VI. La grazia esige forme arrotondate; VII. In noi tutto partecipa al movimento; ma esso non-deve predominare da nessuna parte; VIII. Il movimento umano si scompone in tempi ben distinti; se voi li confondete, arrivate a una rigidità meccanica; IX. Quando camminano, le donne possono mostrare tutto ma non far vedere nulla; X. Ci sono dei movimenti di gonna che valgono un premio; XI. Quando il corpo è in movimento, il viso dev’essere immobile; XII. Ogni movimento eccessivo è una sublime prodigalità.
Balzac giunge ad una amara conclusione: dopo aver esaminato 254 persone e mezzo (dato che nel calcolo fa rientrare un signore senza gambe), conclude che “Non ne trovai nemmeno una che si muovesse con grazia e naturalezza”.
Giudica viceversa graziosi i movimenti di una capretta, di un gattino e di un cane.
Balzac riassume così i risultati delle sue ricerche anatomiche sul movimento:
“Ogni movimento ha una propria espressione, che proviene dall’anima. I movimenti scomposti dipendono essenzialmente dalla natura del carattere; i movimenti goffi dipendono dalle abitudini. Gli animali sono aggraziati nei loro movimenti e consumano sempre la quantità di forza necessaria per raggiungere il loro scopo. Non sono mai né affettati, né goffi, dato che esprimono in maniera immediata il loro pensiero.
L’uomo, quindi, per camminare bene deve mantenersi dritto senza essere rigido, cercare di muovere tutte e due le gambe nella stessa direzione, non spostarsi troppo a destra o troppo a sinistra del proprio asse, far sì che tutto il corpo partecipi, in maniera impercettibile, al movimento generale, introdurre nella sua andatura un leggero dondolio che elimini, con la sua oscillazione regolare, il pensiero segreto della vita, inclinare la testa e non tenere mai le braccia nella stessa posizione quando sta fermo”.
Honoré de Balzac, Teoria dell’andatura, articoli pubblicati in cinque puntatate, tra il 15 agosto e il 5 settembre 1833 in: L’Europe litteraire.
Lo Spirito Folletto