BURKINA FASO. Dal Diario dell’ascolto e dell’azione solidale – 2 ( E se non mangi tutto, chiamo l’Uomo Bianco ! )

Torno sull’argomento “essere bianchi” perché è successa una cosa straordinaria : alcuni piccoli, insaccati sulla schiena della madre, al nostro avvicinarsi sono scoppiati in pianto; e le madri, un po’ scusandosi, ci hanno spiegato che li spaventava la nostra pelle bianca . Straordinario! Eccezionale! Sono io quello da chiamare se il pupo non mangia la sua pappa! Tendo ad enfatizzare: ma è stata (è) una esperienza spiazzante ma assolutamente positiva per noi. Interessante, utile e salutare. Però non faccio solo piangere i bambini: negli adulti riesco spesso a suscitare il riso, anzi, una grossa risata: basta una piccola Gag, appena accennata, ed ecco lo scompisciarsi del “pubblico”. Assistevo con Cris ad una coloratissima, rumorosissima, vivacissima festa, con mascheroni molto simili al sardo “Mamutones”, per l’interramento di un vecchio ( talmente vivace- la festa, non il defunto – che non ho capito se la buonanima fosse amata o detestata..) : arretrando per prendere una foto di gruppo dei musicisti, sono inciampato in una pietra; ma, con una semi piroetta, sono riuscito a non cadere. Di fronte allo sguardo ammirato dei suonatori, mi è “scappato” un inchino un po’ plateale..e ho sentito una risata avvolgente: almeno 50 persone attorno si stavano sbellicando da una risata interminabile. E’ bello – e facile – sentirsi Woody Allen, in Burkina! Dopo la Festa per il Morto, a Tugurì – villaggio a 50 km da noi- c’è stata la Festa dell’anziano Nabah cui hanno partecipato i Nabah dei dintorni. Il Nabah, la cui figura ha origine nel medioevo africano, è un Capovillaggio ( o Capocittà: nella capitale vive il più prestigioso Nabah ) che esercita un’autorità solo morale ma non insignificante nella vita del Burkina : durante il recente tentativo di Golpe della guardia Presidenziale ( 15 settembre, 14 morti, neppure un rigo sulla nostra stampa: fallito perché l’esercito ha difeso, con il popolo nelle strade, il governo legittimo) il Nabah aveva dato rifugio al Presidente minacciato. Dopo l’omaggio al vegliardo, corteo con musica e schioppettate ad avancarica fino al Cimitero ( e dagli..) dei Nabah., io e Cris con Enzo e Oliviero, due bianchi come noi, abbiamo pranzato in un piccolo Maquis ( trattoria è già un iperbole..) mangiando i più grassi pezzi di un porco grassissimo fatti alla griglia : mia moglie, che non sopporta il grasso – qualsiasi grasso – è stata stoica e abilissima a simulare un irresistibile interesse per il corteo lontano : cioè, ha finto, mi ha passato il boccone ed è corsa a fare foto. Così, tra una festa e l’altra, siamo arrivati alla Vigilia di Natale.
In un villaggio dove il solo il 25% è cristiano ( di cui 10% protestante), l’atmosfera nelle strade non è certo natalizia; e anche l’ovvio tentativo di confronto con il Natale nelle nostre città fallisce sul nascere, troppa è la differenza, la distanza, l’incommensurabilità dei due mondi. Allungando lo sguardo entro i cortili dei cattolici si percepisce qualcosa: un addobbo, un piccolo presepe..Forse il mercato della vigilia è stato un po’ più ricco, forse c’erano più acquirenti, forse è stata solo suggestione: forse. Ma alle 22 tutti in ghingheri alla Messa. Messa in lingua Morè, con brevi “note in calce” in francese.
Chiesa illuminata da un gruppo elettrogeno che alimentava anche l’organo elettronico, chiesa stracolma con folla anche all’esterno. Parrocchiani vestiti da gran festa, atmosfera molto lieta, ovviamente intrisa di canti: da segnalare un “Adeste Fideles” suonato e cantato all’unisono in 4 lingue : Morè, Francese, Inglese ( dalle tre suore nordamericane) e latino ( io, Cris ed alcune bimbe alle quali l’avevo insegnata ). A mezzanotte, terminata la parte sacra della Funzione, sono iniziati i balli, ancora dentro la chiesa: anch’io mi sono unito ad un corteo ondeggiante che girava attorno all’altare, ma dopo pochi passi un corista mi ha avvertito : “ les hommes sont après!”….Insomma, mi ero mescolato alle donne… che figuraa !! Risate, risate… Infine, mentre le danze proseguivano nella polvere davanti alla chiesa, noi siamo rientrati ( in scooter, all’una di notte) nella canonica , dove con le missionarie, Enzo , i Curè e altri amici del parroco, abbiamo brindato attorno a nostro alberello di plastica riciclabile con su ”cotton-neve”, sic !, con i nostri Panettone Motta e Torrone di Tonara : successo straordinario del Made in Italy.
Alle tre ( ora cui io non tiro sveglio nemmeno a Capodanno), dopo aver accompagnato e diretto alcuni cori con la mia armonica , finalmente tutti a nanna.
Per concludere, alcune “Note Ambientali”: notti fresche ( 18 °C) finestra aperta ma schermata da zanzariera metallica , niente zanzariera sul letto ( Libertà! ). Di giorno, vento polveroso e 30 gradi.
Grazie, auguri, a presto.
Renato e Cristina

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