Nuovo terreno per una solida radice

Il 22 giugno 2017 presso la scuola elementare L. Radice si è concluso il progetto che vedeva collaborare U.V.I., la nostra associazione, SOS BAMBINI, un’altra associazione di volontariato, e il Politecnico di Milano. Lo scopo dell’evento era quello di presentare quattro progetti svolti dagli studenti di alcuni corsi di Design del professore Maurizio Figiani.

Nell’ istituto sovracitato è presente, oltre alle elementari, uno “Spazio-Bimbi” ossia una scuola materna dai 3 a 5 anni riservata a bambini stranieri gestita dalle due associazioni. Il progetto è nato nell’ottica di creare una collaborazione e spingere ad una maggiore integrazione.

Gli studenti del Politecnico hanno partecipato in diverse occasioni alle attività dell’asilo, riuscendo così a fare un’analisi dei punti critici e proporre delle soluzioni per migliorare lo spazio o per favorire una migliore comunicazione tra i bambini, spesso impedita dalla diversa lingua parlata.

Gli universitari hanno esposto i loro progetti divisi in 4 gruppi:

    1. Un salto nella foresta a cura di La loro idea prende spunto dal “Il libro della giungla” , la giungla è un ambiente dove una moltitudine di specie diverse risiedono, ed è in questo che loro hanno visto una similitudine: è un contesto che esemplifica lo spazio bimbi da loro analizzato. Hanno pensato di creare un nuovo momento durante la routine, un nuovo rituale ludico-didattico. Hanno realizzato una scatola al cui interno è chiesto ai bambini di immaginare risieda una rana, si crea così una curiosità che spinge ad una maggiore partecipazione. Sul fondo è disegnato un tabellone con dieci numeri: ognuno corrisponde ad una storia ed a un gioco realizzabile con pochi strumenti di base, dati in dotazione all’insegnante. Il loro obiettivo è che il momento venga riconosciuto dai bambini e che loro possano sentirsi parte delle favole raccontate.
    2. Progetto Kandiskij a cura diCome prima idea avevano pensato ad un libro da colorare ma si sono poi distaccati , infatti hanno posto la loro attenzione verso un progetto che comprendesse la connessione di suoni e colori, da qui si intuisce la scelta del titolo. Hanno realizzato sei cubi di colore diverso: tre primari e tre secondari. I bambini sono divisi in squadre ed ad ognuna è associato un colore: i cubi si illuminano ed ad ogni colore è associato un suono diverso concordato prima di iniziare. L’obbiettivo è anche di far abituare al ritmo.
    3. Costruire connessioni e stimoli a cura diHanno creato due artefatti: un tavolo smontabile e una seduta componibile. Il piano del tavolo è invertibile: da un lato è presente una pista per le macchinine, dall’altra una sorta di “indovina chi” ci sono degli animali a turno un bambino pensa ad uno di questi e gli altri devono indovinare. In questo modo si sviluppa sia la memoria, perché devono tenere a mente la scelta effettuata, sia la comunicazione. Sulle gambe invece ci sono delle frasi che si compongono creando delle storie diverse, non importa quale frasi si scelgono perché la favola ha sempre senso. La sedia, invece, comprende uno schienale e uno sgabello: più sedute possono essere unite tra di loro per creare una panca oppure un fortino.
    4. Sulla maschera a cura di Hanno deciso di focalizzarsi sul momento della fiaba, infatti per giorni viene ripetuta la stessa per far imparare meglio la lingua. La loro idea è di rendere più stimolante questo momento, in quanto la ripetizione non è sempre funzionale. Hanno proposto un set composto da un libro e dalle scenografie. Durante la lettura ci sono dei punti prestabiliti dove l’insegnante deve interrompere la narrazione e aiutare i bambini a creare delle scenografie con gli strumenti forniti. Il repertorio di favole è legato al patrimonio culturale dei bambini: l’obiettivo è insegnare una lingua senza imporre anche la cultura occidentale.

Il Progetto RADICAMI ha avuto molto successo e si è pensato di replicarlo anche quest’anno sopratutto per cercare di sensibilizzare l’integrazione in un quartiere come il quadrilatero di San Siro dove la popolazione di stranieri è maggiore di quella italiana.


 

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