«Non è facile proporre una classifica delle categorie di genitori difficili […] La classifica più evidente, anche se un po’ superficiale, è forse la classifica per sintomi. E’ quella che adotteremo».
Di certo, tra i lettori-naviganti, vi sono molte mamme e molti papà. Ed è altrettanto vero che quasi tutti i visitatori del nostro Blog sono Volontarie e Volontari che operano in nome e per conto di UVI o di altre Associazioni di volontariato impegnate nel “sociale”. Viene allora da pensare che, oltre ai genitori, vi siano anche volontari difficili. Ed è questa la ragione per la quale la lettura dell’agile e spiritoso libretto di Jeanne Van den Brouck (uno pseudonimo dietro il quale si cela una psicoanalista parigina) viene consigliata anche a questa categoria di umani.
Ecco allora i principali sintomi che caratterizzano uomini e donne che, per scelta o (dis)avventura, si sono venute a trovare nella condizione di essere genitori (o volontari…). Il campo di studio è molto vasto. Infatti si possono registrare una molteplicità di casi.
Facciamone un provvisorio elenco. I genitori potrebbero essere: immaturi, bugiardi, timidi, ricchi (o poveri), superdotati, assenti, superaffaticati, gelosi, delinquenti, pasticcioni, sadici, delusi dalla vita, martiri, narcisisti, disadattati, deboli di mente, iperprotettivi, anziani, adottati, e così via enumerando.
In termini più precisi: il bambino cui compete la responsabilità di educare i propri genitori, potrebbe avere a che fare con:
– Mamma e papà che vogliono che il proprio figlio faccia (o non faccia) – o ciò che avrebbero voluto fare – ciò che hanno fatto loro.
Il consiglio che l’Autrice dà al bambino che dovesse venirsi a trovare in questa condizione, è quello di travestirsi: da sottosviluppato, da punk, da cascatore, da bambino pestifero, da rompiscatole. Si tratta del metodo pedagogico più semplice e anche maggiormente efficace.
– Genitori bugiardi.
«La bugia dei genitori è tanto frequente e diffusa che non è quasi neppure il caso di vedervi una manifestazione patologica […] Inventano piccole storie molto poetiche su Babbo Natale, San Nicola, topolini che collezionano denti da latte e altri personaggi immaginari. Si tratta di invenzioni gentili, senza malizia e in genere tutti ne sono contenti».
Vi sono però altre tipologie di inganni che il bambino impegnato a dare una solida struttura psichica ai propri genitori, non può in alcun modo tollerare. Come nel caso del problema relativo a come nascono i bambini. Le teorie che al riguardo vengono formulate e proposte dai genitori, sono di un’incredibile ingenuità: «Arrivano a immaginare l’esistenza di negozi dove si comprerebbero i bambini, o di cavoli o di rose che li racchiuderebbero, o addirittura di cicogne che li porterebbero attraverso il camino. I genitori poi che sanno e ammettono che il bambino si trova nel corpo della madre, propongono, per spiegarne l’entrata e l’uscita, teorie improntate alla più inverosimile fantasia».
– Genitori adottati.
«Il bambino che decide di adottare i genitori deve tenere presente che si assume la responsabilità di avere a che fare con creature ansiose, rese insicure dall’incapacità di essere genitori e che, in realtà, hanno bisogno di una cura più che di un’educazione. Bisogna guarirli dall’angoscia e dal senso di colpa, dalla sfiducia in se stessi». Compito difficile ma non impossibile.
Al bambino impegnato nell’educazione dei proprio genitori, potrebbero presentarsi altre e singolari situazioni. Come, per esempio, i seguenti casi:
– Genitori di lungo corso o “a eclisse”. Appaiono in casa di tanto in tanto, per brevi soggiorni, poi scompaiono.
– Genitori ricchi (o poveri). Si tratta di genitori che comunicano i propri sentimenti attraverso il danaro che sostengono di avere (o di non avere).
– Genitori anziani. «Più i genitori avanzano negli anni, più divengono fragili, instabili, capricciosi, ipersensibili, qualche volta malinconici, ansiosi e bisogna trattarli con prudenza e delicatezza».
Un compito difficile, anche per i bambini più competenti e preparati.
Altri e numerosi sono i casi e le tematiche con le quali bambine e bambini devono fare i conti; bisogna tener presente che i genitori hanno il più delle volte qualche problema nel discorrere della propria vita sessuale. Occorre inoltre aver ben presente che, di norma, i genitori hanno una passione smodata per la pulizia nonché strane abitudine alimentari e, per quel che riguarda l’abbigliamento, anche in questo caso i bambini non possono non notare curiose singolarità.
E poi «i genitori usano sistemare le cose in modo aberrante. Hanno, per esempio, l’abitudine di concentrare tutti gli oggetti dello stesso tipo nello stesso posto, avendo così la certezza di non aver mai sottomano tutto quello di cui hanno bisogno. Mentre ogni bambino di buon senso tende a costituire, un po’ dovunque, depositi comprendenti una vasta gamma di oggetti utili o divertenti così da poterne disporre subito non appena lo desidera».
I bambini cui compete la responsabilità di educare i genitori, avranno a che fare anche con la loro vita professionale.
Insomma, difficile il compito di sviluppare specifiche strategie pedagogiche atte a favorire la crescita e l’educazione dei genitori. Il fine ultimo è, al riguardo, quello di educarli all’indipendenza.
Che sia così anche per i Volontari? Riflettete, gente, riflettete…
Jeanne Van den Brouck, Manuale a uso dei bambini che hanno genitori difficili, Milano, Cortina, 1996. Consultabile, previo appuntamento, presso la biblioteca UVI.