Sono uno come tanti,
operaio di sogni infranti.
E ora sfoglio le pagine del tempo
dove seminavo semi di speranza.
Penso alle nuvole guerriere
e alla mia voce
(allora)
silente e muta.
Ma oggi?
Apro l’anfora
sigillata con fili di rugiada.
Vi scopro futuri inattesi e vivi,
intrecciati con lacrime di vento.
Nelle isole di cielo:
la mia tristezza
il mio pianto di luce.
Nei miei occhi è nata una foresta di pensieri.
E il mio cuore di uragano
canta e sorride.
Questo è il risultato dell’esperienza svolta nel 2015, al carcere di San Vittore di Milano, con un gruppo di giovani-adulti (ragazzi dai 18 ai 22 anni, provenienti dalle più diverse regioni del mondo).
Commento guidato alla poesia:
Sono uno come tanti, operaio di sogni infranti.
I sogni arredano la mente. Immagina come era arredata la tua mente prima. Come è arredata adesso. Come pensi di arredarla nel futuro. Si tratta della parte di Reportage dove viene descritto l’ambiente in cui vivevi, vivi e vorresti vivere in futuro. E l’ambiente si caratterizza anche per tutto ciò che lo caratterizza: mobili, colori, stoviglie, oggetti, manifesti, fotografie, ricordi, fiori, finestre etc. Si tratta di fare un elenco di oggetti significativi…
E ora sfoglio le pagine del tempo dove seminavo semi di speranza.
Si sfogliano le pagine di un diario. Lentamente. In ogni pagina: una foto, un immagine, un volto. Un “qualcosa” che dia un’idea delle speranze coltivate nei tempi andati.
Penso alle nuvole guerriere e alla mia voce ( allora ) silente e muta.
Le “nuvole guerriere” rappresentano la rabbia e il disappunto per tutto ciò che avresti voluto accadesse e non è accaduto (le speranze disilluse). Questa “rabbia” ti ha obbligato a pensarti incapace di fare qualcosa di diverso da quello che hai fatto. Pensa ai pregiudizi, tuoi e degli altri. Prova a illustrare questo stato di cose (e questi stati d’animo) con immagini adeguate.
Ma oggi ?
È il tempo / spazio / luogo dove “raccontare” come (e dove) trascorre la giornata. Si tratta di un “racconto” a scatti fotografici con il supporto di poche parole (meglio se una sola parola…)
- La cella
- Il corridoio
- Persone con le quali interagisci: compagni, agenti, operatori, educatori, avvocati, medici, magistrati, direzione, etc.
- Famigliari in visita
- Paternità (eventuale)
- Lettere e corrispondenza
- Risveglio
- Bagno / doccia
- Colazione
- Attività varie (laboratori, corsi, biblioteca…)
- Consumo del pranzo
- Come trascorre il pomeriggio
- Conflitti e tensioni conclamate (con agenti, altri detenuti…)
- Conflitti e tensioni inespresse (con magistrati, PM, Giudici, avvocati…)
- Processo (assoluzione, condanne, domiciliari, trasferimenti)
- Consumo della cena
- Televisione e attività serali (gioco con le carte, letture…)
- Pratiche di addormentamento (rituali…)
- …………………………………………………………….
Apro l’anfora sigillata con fili di rugiada. Vi scopro futuri inattesi e vivi, intrecciati con lacrime di vento.
Gestione costruttiva del tempo. Si coglie l’occasione per rileggere il proprio passato nell’ottica di organizzare il proprio futuro. Il presente è quindi il laboratorio dove si iniziano a costruire nuove possibilità. Il “vaso” (anfora) dove sono contenute idee e strumenti necessari e utili a costruire un futuro di nuove e diverse opportunità, è chiuso con fili che è facile tagliare (i nodi si sciolgono con facilità: sono di rugiada…).Lo sguardo sul futuro immaginato è offuscato dalle lacrime (la malinconia e la tristezza bussano alle volte alla porta della cella…), che però sono “di vento”: si asciugheranno, quindi, presto.
Nelle isole di cielo :
- la mia tristezza
- il mio pianto di luce
Si riprende il tema precedente. Con il dettaglio dei minuscoli spazi di cielo visibili attraverso le inferiate (intreccio di piccoli quadrati)
Nei miei occhi è nata una foresta di pensieri. E il mio cuore d’uragano canta e sorride.
È il finale dell’antologia fotografica (e di immagini, disegni, parole). Il tempo trascorso all’interno dell’Istituto ha consentito e consente il manifestarsi di pensieri che dovranno trasformarsi in azione. Con la consapevolezza che non si può capire tutto con la testa. Di qui l’importanza del cuore che, anche quando è in subbuglio (d’uragano…) è importante farlo cantare e sorridere.
Di tutto ciò va data testimonianza creativa.
