A volte, in azienda, in fabbrica, in ufficio come nelle questioni intime e personali, il vedere il mondo dal sellino può essere di una qualche utilità. L’Autore affronta varie tematiche di rilevanza esistenziale, come per esempio il considerare la crescita dell’industria automobilistica un sicuro indicatore di prosperità. L’auto affascina le sue vittime, presenti e future:
“Nessun’altra specie, nella storia della creazione, ha mai generato il proprio predatore con tanto entusiasmo. I topi non sono mai andati al Salone del gatto […] E del resto la macchina provoca tanti morti in Francia quanti il cancro del fumatore. Esigiamo su tutte le portiere la scritta: NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE”.
Con la graffiante arma dell’ironia, Didier Tronchet ci aiuta a riconoscere un pericolo incombente:
“La macchina è una brillante allegoria di questa economia globale che ci conduce non solo da un luogo all’altro, ma anche, a nostra insaputa, da uno stato personale a un altro […] Ho assistito di frequente alla trasformazione licantropia di amici raffinati con cui si potevano avere dotti scambi sulla letteratura proustiana, in belve feroci dal linguaggio appena articolato una volta passati dietro al cruscotto, insultando il mondo intero”.
Al volante, non c’è nulla da fare, si è improvvisamente colti da un furioso complesso di superiorità.