Volontari e psicologi (in formazione o meno) dovrebbero cimentarsi nel tentativo di risolvere il seguente caso: un carrello ferroviario fuori controllo corre verso cinque uomini legati sui binari. Vi trovate su un cavalcavia e osservate la tragedia imminente. Tuttavia un uomo molto grasso è in piedi accanto a voi: se decideste di spingerlo per farlo cadere sui binari la notevole stazza del suo corpo fermerà il carrello, salvando cinque vite umane ma lui morirà. Voi uccidereste l’uomo grasso?
Risposta per nulla scontata: “Lei è sul banco degli imputati, accusato di aver ucciso un uomo grasso. Come si dichiara?” “Colpevole, Vostro Onore. Ma a mia discolpa si consideri che la mia azione, la mia scelta, è stata determinata dal mio cervello, non da me” “Il suo cervello non decide nulla. È lei a decidere. La condanno, per spudoratezza, a dieci anni di dura filosofia”.
Concludendo, potremmo far nostra l’opinione di Blaise Pascal: il cuore ha ragioni che la ragione non conosce.
Testo di riferimento: David Edmonds, Uccideresti l’uomo grasso? Il dilemma etico del male minore, Milano, Cortina, 2014.
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C’è tanto da pensare!! Ogni nostra azione, bella o brutta o banale, porta a tali e tante conseguenze, che non possiamo neanche immaginare. Difficilissimo scegliere. Grazie Silvio per lo spunto su cui riflettere …
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