Gli esseri umani sono pagine di un libro che dobbiamo sfogliare con lo sguardo. Un libro illustrato e dipinto di volti, di espressioni, di sorrisi e di lacrime che, a volte, divengono oceano. Il periodo che stiamo vivendo obbliga ciascuno di noi ad indossare la cosiddetta “mascherina”, una vera e propria maschera che però non nasconde, svela ciò che noi e gli altri in realtà siamo. Ecco allora che diventiamo sceneggiatori e registi di un film dove interpreti e comparse sono le persone che via via incontriamo camminando lungo il sentiero della vita, professionale e personale. La nostra mente diventa allora luogo e spazio di un’immaginazione il più delle volte “inventata”, a partire da un pensiero precostituito che ci porta a vedere e conoscere l’altro secondo ciò che riteniamo sia l’antologia delle sue espressioni. Questo, avendo davanti a noi persone “mascherate”. Ma poi … quando si tolgono la mascherina…rimaniamo sbalorditi. Tutto è diverso da ciò che avevamo immaginato. Ecco perché spesso capita di giudicare o, meglio, di classificare le persone senza conoscerle veramente. Di una persona ci facciamo un’opinione in base a come si veste, ai tatuaggi che ha; se è troppo giovane o grande per il suo comportamento; se ride, se parla troppo oppure se è triste e noiosa, se non comunica. Sarebbe bene concedere a ciascuna persona di essere se stessa senza essere condizionata dal nostro giudizio. Invece (e spesso) rischiamo di essere capaci solo di…
Proviamo a pensare: se qualcuno si dovesse comportare come ci comporteremmo noi, quale potrebbe essere la nostra reazione? Mah…È comunque possibile che non si abbia il coraggio di guardare in noi stessi. E di conoscere e farsi conoscere con i pregi e difetti che ciascuno (noi e l’altro) ha. Tempo al tempo per conoscere e conoscerci. Non soffochiamo il pensiero, non illudiamoci di curare le nostre ferire con atteggiamenti negativi. Diamo aria agli armadi in modo da cacciarne gli scheletri che vi soggiornano da tempo. Disfiamo la collana di atteggiamenti sbagliati quali il pensare alla carriera o esclusivamente alle soddisfazioni personali.
Se solo potessimo fermarci per darci il tempo di prendere coscienza e consapevolezza di ciò che nella realtà siamo! Se solo potessimo rispondere con il bene e la comprensione, adottando uno stile empatico…Forse allora potremmo nutrire di cose belle e buone questo mondo, così difficile e strano. Ogni essere umano nasce dall’amore di due persone ma sono portata a chiedermi: come mai vedo così tanto male intorno a me? Perché così tanta gente piena di odio e di rabbia? Che cosa è successo perché siamo ciò che siamo? Che cosa ci ha fatto diventare così? Domande che mi rendono triste e malinconica. Ma solo per un momento.
ANGELICA MIHOC
Cara Angelica…il tuo nome dice tutto!
Non so…ma quando si lavora con i bambini si deve diventare…Angeli(ca) , perché i bambini sono molto vicini a gli Angeli. Continua così…i tuoi pensieri sono la voce dei bambini ! Sono loro che ti danno l’ispirazione.
Sono fiera di averti conosciuta!
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