CAMMINARE A PASSI LENTI VERSO LA VITA, NON CANCELLANDO ORME E TRACCE DEL PASSATO, ANCHE E PROPRIO QUANDO DOLOROSO.

Pubblicato da ANIMADIPINTA18 il 27 FEBBRAIO 2021(ORME SVELATE)

La testimonianza di Animadipinta18 ha per noi un valore particolare. L’attività finalizzata a sviluppare relazioni di aiuto – infatti – comporta a volte, e implica, la necessità di ascoltare la voce muta dell’altro, proprio e quando soffre. L’ascolto delle urla del silenzio (e del non detto) diventa strumento indispensabile del lavoro del volontario impegnato nel tentativo di ricucire i fili colorati di un’esistenza vissuta come sfilacciata. Il raccontarsi di Animadipinta ci fornisce i corretti paradigmi del nostro operare in campo.

***

Ho passato più di 5 anni con la convinzione che era la malattia a vivere al mio posto, io essendo solo un burattino flessibile che eseguiva i movimenti fini che lei imponeva. Mi sentivo morta, ero così convinta che la mia anima fosse staccata dalla presa della vita e totalmente assente dalla premurosa realtà dei nostri giorni, che interpretavo la vita come un accumulo di pozzi oscuri, immersi di muffa e pieni di urla acute di mostri sotterranei.

Ricordo con amarezza gli innumerevoli giorni trascorsi nell’ospedale psichiatrico, dove la scritta nera stampata sul foglio bianco identificava accuratamente i principali disturbi psichici che avevo: il disturbo borderline di personalità, i disturbi alimentari e la depressione maggiore. Ero immersa dal panico che pulsava con marcata intensità nelle mie vene e sentivo che la malattia riapriva ogni volta la ferita appena rimarginata della mia anima.

Sembrava tutto una caccia al tesoro, solo che al posto del tesoro io ci vedevo la fine della mia esistenza. Il continuo sentirmi in colpa, l’autolesionismo, il vuoto che non riuscivo a colmare e le voci che offuscavano la mia mente mi portavano sempre a tentare il suicidio. Ma ogni volta venivo salvata, ogni volta la parte di me che voleva lottare vinceva

Poi qualcosa è cambiato. Avevo iniziato a camminare con passi lenti verso la vita, ma senza mai cancellare le orme che lasciavo dietro; come quando chiudevo gli occhi perché temevo che mi arrivasse uno schiaffo e invece ricevevo una carezza o come quelle volte in cui una stanza buia mi faceva così tanta paura da togliermi il respiro, ma bastava solo accendere la luce.

Ho imparato a non disperare se vedevo arrivare il tramonto perché il giorno dopo si sarebbe alzata una nuova alba. Ho imparato che senza i ricordi, il passato e le cadute non sarei stata io e non avrei mai saputo sopravvivere ai frammenti di stanchezza che la malattia mi “regalava”. Ho imparato a non far più cadere le mie lacrime sul pavimento freddo, ma sulle radici della mia anima per poterla fare rifiorire di nuovo. Ho imparato che i ricordi sono la mia essenza, che la vita è l’amore e che io sono la VITA.

Tu cosa faresti se non avessi paura di vivere?

ANIMADIPINTA

Immagine: inner pain (Kan Srijira)

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