A cura di Antonio Viscardi
Episodio 1.
Nella pancia della Mamma
Nove mesi è il tempo che impieghiamo per venire al mondo, poco? Tanto? Di sicuro il viaggio che compiamo da quanto siamo dei piccolissimi spermatozoi fino ad emettere il nostro primo suono è sicuramente l’avventura più incredibile che potremo mai affrontare e vivere al di fuori del grembo materno. Peccato non poterla ricordare perché sono certo che ognuno di noi ne avrebbe di cose da raccontare… eh già perché la vita, non inizia quando siamo nel mondo di fuori, quello è solo la fine del primo capitolo, quello che per usare un linguaggio cinematografico è il nostro primo cliffhanger. Avete presente quando state guardando l’episodio della vostra serie televisiva preferita e …baammm…colpo di scena…fine dell’episodio lasciandovi in sospeso con il desiderio di sapere cosa succederà dopo. Chi è genitore sa di quale sensazione sto parlando, sa esattamente cosa avrà provato una volta preso in braccio il proprio bambino. Inevitabilmente si sarà chiesto: E ora che succederà?
Ecco, se noi potessimo già parlare la stessa lingua dei nostri genitori potremmo rassicurarli dicendogli che non siamo arrivati a quel momento così impreparati e che a dire tutta la verità la nostra mamma e il nostro papà abbiamo imparato a conoscerli prima ancora di venire al mondo, ma poiché la nostra entrata in scena deve essere spettacolare e memorabile ecco che urliamo e piangiamo , ma no, non stiamo provando dolore , tutt’altro: siamo felicissimi ma sappiamo benissimo che, facendolo, loro ci stringeranno forte e ci faranno sentire da subito tutto il loro amore. Forse siamo un po’ egocentrici, ci sentiamo già delle star, ma quel momento ce lo siamo conquistati con grande forza di volontà e allenamento.
Dovete sapere che i nove mesi che passiamo all’interno del grembo materno non li viviamo a mollo nel liquido amniotico aspettando che il tempo scorra, anche perché tempo e spazio sono forse le uniche cose che ci rimarranno sconosciute per molto tempo ancora.
Per esempio, ad otto settimane se toccati sulle labbra che si sono appena formate reagiamo con un sobbalzo, a quattordici sobbalziamo se toccati in tutto il corpo. E già, il tatto è il primo dei cinque sensi a svilupparsi. Se ci accarezzano la guancia giriamo il capo in quella direzione, ma devo dirvi anche che a 20 settimane siamo in grado di reagire al dolore.
Non so ancora spiegarvi se lo avvertiamo e ne soffriamo , ma so per certo che i dottori in caso di interventi chirurgici sono ormai, nel dubbio, propensi alla somministrazione di farmaci analgesici.
Subito dopo o contemporaneamente al tatto sviluppiamo l’olfatto e il gusto. Sapete che l’essere umano può arrivare a distinguere più di diecimila odori diversi. Nella pancia della mamma usiamo però poco l’olfatto e preferiamo usare di più il gusto. Ho detto che lo usiamo poco non che non lo usiamo affatto. Avete presente quando una volta nati veniamo adagiati sul grembo materno e il contatto pelle a pelle magicamente fa in modo che tutto si quieti? Succede anche perché ne riconosciamo il profumo della pelle e siamo addirittura in grado di differenziare l’odore di un’altra donna rispetto alla nostra mamma. Non è stato facile imparare a riconoscerlo, ma come vi dicevo ci diamo molto da fare dentro il pancione. Succede la stessa cosa con il gusto. Percepiamo il cambiamento di sapore del liquido amniotico durante la giornata in base a ciò che mangia la nostra mamma. Sembrerebbe che da alcuni studi effettuati risulta che siamo molto golosi e preferiamo il dolce all’amaro, inoltre immagazziniamo le nostre esperienze gustative tanto che il colostro e il latte materno ci fanno sentire più al sicuro perché ci ricordano il gusto del liquido amniotico.
Il momento però che preferisco è quando arriviamo alla ventesima settimana, perché è a partire da quel momento che inizia la sensibilità uditiva. Cosa sentiamo? Beh, tutto direi. Riusciamo a sentire attraverso le vibrazioni, i battiti del cuore della mamma, il fluire del suo sangue che a volte è talmente rumoroso che sembra di essere in mezzo al traffico in pieno centro città. Insomma sentiamo tutto quello che ci circonda, ma soprattutto riusciamo a sentire anche i suoni, le musiche e le voci che vengono da fuori il pancione. Sentiamo la voce della mamma e ogni giorno diventa sempre più familiare, ma sentiamo anche la voce del papà e se potessimo gli chiederemmo di parlare e parlare ancora perché è così bello sentirli entrambi.
La vista è l’ultimo senso che sviluppiamo e in realtà non è che abbiamo molto da vedere, ma ci piace molto quel giochino che facciamo la sera. Il papà prende una torcia e inizia a puntarla sulla pancia della mamma e noi ci giriamo verso la luce e ripetiamo il gesto finché non siamo stanchi e ci addormentiamo e sogniamo. Sì, anche nella pancia della mamma sogniamo, ma questo ve la racconterò un’altra volta.
Il periodo più intenso del nostro viaggio è l’ultimo mese di gravidanza, mettiamo a punto tutto quello appreso finora. Ripassiamo come respirare, mettiamo su un po’ di peso e di grasso per affrontare il freddo là fuori e quando ci sentiamo pronti diamo il via alle danze ed eccoci nel mondo di fuori tra le braccia di mamma e papà. Il miracolo della vita che si compie, ma come vi dicevo questo è solo la fine del primo capitolo, e so che vorreste voltare pagina e iniziare subito il secondo capitolo, ma ora sono stanco e ho solo voglia di dormire e stare accanto alla mia mamma e al mio papà. Nascere ha richiesto che usassi tutte le mie energie, ma vi prometto che quando mi sveglierò continueremo questo viaggio insieme. Non andate via. Solo il tempo di un sonnellino…
ANTONIO VISCARDI
Dottore Magistrale in Psicologia Clinica e della Riabilitazione
Eh si!!! Davvero magistrale il racconto di quelle emozioni. La vita è davvero un miracolo imprevisto così come sono impreviste spesso le sue emozioni.
Mi ricorda “diario di un bambino “, un libro molto bello scritto con lo stesso stile e chissà che in questo modo finalmente impareremo ad ascoltarli veramente i nostri figli!
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