Un signore gentile e sbadato
fatto tutto di panna e gelato
affermò: “vado, certo,
in quel grande deserto
per giovare al cammello accaldato!”
C’era un tale di nome Martino
che, vivendo, beveva acqua e vino
in un buffo paese
di nome Varese.
Era idraulico, astuto e piccino.
C’era un tipo dall’aria amorale
che scrutava una donna normale.
Diss’io: “Guarda quella
ch’è molto più bella,
stolto e miope signore amorale!”
Un occhiale, un binocolo, un rene
si trovaron per caso a Fregene.
Caso assai galeotto
perché un poliziotto
li inquisì: “che c’entrate col rene?”
Un vecchio signore a Canossa
si scavò nel giardino la fossa;
la riempì poi di nuovo
commentando: “Io trovo
non si adatti alla mia giacca rossa”
C’era un tale, di nome Bislacco,
che portava la vita in un sacco.
C’eran dentro tre donne
(una mamma e due nonne)
e uno strano, minuscolo, pacco.
Quattro ossa, una pera e un doblone,
una pipa, un gran cane barbone,
un calzino ed un matto
commentarono il fatto
dicendo: “Che gran confusione!”
C’era un vecchio, viveva a Milano,
e in cantina allevava un bel nano.
Era un vecchio scostante,
era un vecchio gigante,
e perplesso scrutava quel nano.
C’era un grasso signore di Asti
che saltava con l’asta sei pasti.
Dipinto di blu
saltava di più
quel cromatico grasso di Asti.
Limerick tratti da: Stefano Castelli, C’era un grasso signore di Asti. Ottanta limerick veraci e canterini, Bologna, Casa editrice Emil, 2012