Incontro all’UONPIA per un sostegno didattico Elena H., una ragazzina cinese di 16 anni, carina e molto dolce. La devo aiutare in Inglese , in Italiano e in Scienze. Così l’ho conosciuta, vogliosa di fare ma senza autostima…Pian piano siamo diventate più affiatate e la psicologa del centro dice che quando E. mi vede, torna a sorridere…
La mamma lavora nel bar che possiede da mattina presto a sera tardi; la casa dove vivono è sporchissima, Elena dorme in cucina circondata da pentole non lavate da secoli, pavimento sudicio e niente spazio per muoversi.
Resta sveglia fino a tarda sera e a volte il mattino non va alla
Scuola Superiore che frequenta per confezioni di moda. Perde tanti giorni. Nessuno la sprona a prepararsi ed uscire, il papà e i fratelli a volte la picchiano.
Quindi dopo i colloqui con la psicologa ecco la decisione del Giudice di trasferirla in Comunità.
Un’estate sempre a Milano è dura e ogni volta che usciamo dal Padiglione Litta del Policlinico dove facciamo i compiti, andiamo da Grom a farci un gelato.
Dice sempre : no grazie…ma poi accetta e la volta dopo si offre di pagare lei!
Passa l’estate, E. ha due debiti formativi da riparare, ma nel frattempo si attuano i piani predisposti: entra così in Comunità.
Elena lì non vuole stare, lì non può vedere il suo fidanzato cinese di 20 anni, chiamato “Vecchio Pomodoro”, Old Tomato….
Stare lì non le piace , così fa muro…rifiuta di alzarsi dal letto e di mangiare. Io cerco di parlarle, ma non è facile farle capire che è per il suo bene futuro.
Per ora vuole solo rapportarsi con me e quando arriva il giorno degli esami di riparazione resta a letto con la copertina sugli occhi e non parla , non vuole andare a scuola ….
Entro sotto le lenzuola con lei, cerco di fargliele abbassare e pian piano dopo un bel po’, torna la luce sul suo bel visino cinese…
Ora frequenta un’altra scuola e vuole farcela, ci tiene, lavora molto…vede Pomodoro il lunedì ed è più serena.
Piccola Elena ….che corre per prendere il tram sbattendo le braccia come fossero ali di farfalla…. che mi cammina sottobraccio e mi dice “Namatà” ..”tanti baci”,quando me ne vado…che si impegna e studia…che vorrebbe vedere di più la sua mamma ….ma la mamma ha il bar e non ha tempo che il lunedì…non ha tempo nemmeno per i vestiti da portarle, quelli dell’autunno…ormai è freddo.
Io continuo a vederla in Comunità…. spero che un giorno lei possa usare le sue “ali” quelle del cuore per volare nella sua vita futura, come lei la desidera………
GIUSI POZZI
È proprio vero:i miracoli esistono …e spesso sono più vicini a noi di quanto pensiamo o sappiamo vedere. Sono nascosti nel cuore,nella sensibilità e nella generosità di tante persone silenziose e preziose! Grazie,coraggio piccola grande Elena!
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