Con il Dott. Gianluca Lo Presti abbiamo parlato di DSA
Di recente ho visto il film Stelle sulla Terra che racconta la storia di Ishaan la cui Dislessia viene riconosciuta solo quando incontra un insegnante anch’egli dislessico. La cosa che più mi ha colpito del film è stata la reazione dei genitori una volta appresa la notizia delle difficoltà di Ishaan. Reazione prima di negazione e poi di evitamento. Da quel film sono passati 12 anni e sicuramente c’è più consapevolezza sulla Dislessia e non solo, ma ho pensato che fosse utile per i genitori, i docenti, gli educatori presenti fra di noi un illustre punto di vista sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Vi riporto le domande che ho posto al Dr. Gianluca Lo Presti, Psicologo professionista Esperto di Psicopatologia dell’Apprendimento, Socio AIRIPA, Socio AID. Autore dei testi Nostro figlio è dislessico, Diagnosi Disturbi Specifici Aprrendimento, Diagnosi dei Disturbi Evolutivi.
Collaboratore dei manuali BES a Scuola e Dislessia e altri DSA a Scuola
Vi lascerò in fondo i link dove potrete seguire il Dr. Lo Presti, ma entriamo nel vivo dell’intervista.
Innanzitutto volevo ringraziarla per aver accettato il mio invito. Sono convinto che la divulgazione sia una potente arma di prevenzione ed è per questo che sono sicuro che il suo contributo sarà prezioso soprattutto per i genitori presenti tra i miei lettori.
Dott. Lo Presti se dovesse, rivolgendosi ad una coppia di genitori, spiegare cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento che definizione userebbe?
Per prima cosa a questi genitori direi di non preoccuparsi per il futuro scolastico e lavorativo del loro figlio, nella peggiore delle ipotesi potrebbero avere delle difficoltà con qualche modalità didattica con cui il proprio figlio possa non trovarsi bene a livello di apprendimento, ma tutto ciò è superabile; ciò in quanto nei DSA abbiamo una intelligenza nella norma e delle cadute specifiche nella Lettura (Dislessia), Ortografia (Disortografia), Grafia (Disgrafia) e Calcolo (Discalculia).
Parlando con altri genitori come me ho avuto in più occasioni la sensazione che si rincorra un’etichetta diagnostica addirittura confondendo una difficoltà di apprendimento con la psicopatologia vera e propria. Qual è la differenza fra Difficoltà di Apprendimento e Disturbi Specifici dell’ Apprendimento?
La difficoltà è temporanea e dovuta da altri fattori a-specifici, come difficoltà nelle relazioni, emotive, sociali, vista, udito etc; tutte cose diverse dal disturbo neurobiologico che invece ha che fare con i DSA. A meno che non si tratti di un bambino che ancora non ha concluso la 2 classe primaria, in questo caso parliamo solo di difficoltà, in quanto non è possibile fare diagnosi di DSA (anche nel caso di palesi ritardi negli apprendimenti).
Sempre in relazione alle differenze sopra elencate oggi abbiamo a disposizione degli strumenti che ci consentono di individuare in maniera precoce segni prodromici di un disturbo dell’apprendimento. Potrebbe spiegarci cos’è l’ IPDA? Quando e perché utilizzarlo?
IPDA sta per Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento, ed è un eccellente strumento “scientifico” (nel senso che è stato validato secondo il metodo scientifico), il quale tramite una serie di indicatori, permette di ponderare una eventuale ipotesi probabilistica di disturbo ed iniziare a lavorare in modo, appunto, precoce su quelle che oggi si presentano solo come difficoltà.
E i genitori invece possono cogliere segnali prodromici ? Se si, in che modo?
E’ difficile e lo sconsiglio, meglio rivolgersi agli specialisti. In ogni caso, in tutte quelle situazioni in cui il proprio figlio è molto (ma molto) indietro rispetto agli apprendimenti di base rispetto ai propri compagni di classe, allora si, è bene approfondire.
Fortunatamente abbiamo detto che è possibile intervenire precocemente, ma è altrettanto vero che la diagnosi può arrivare in maniera tardiva anche tra gli 8 e i 10 anni. Quando questo accade come si interviene?
Non è detto che sia tardiva. Possiamo avere casi di DSA lieve in cui le difficoltà si evincono solamente in prima media, per via del salto tra scuola primaria e secondaria di primo grado. Dunque dipende dalla gravità dei singoli soggetti.
Possiamo affermare che il ruolo della Famiglia sia importante tanto quanto quello della Scuola. In che modo dovrebbero interagire? Quale sinergie andrebbero ricercate?
Ci sono varie famiglie e diversi modi di reagire di fronte le difficoltà. Si passa dai genitori uniti nel problema, a quelli in cui uno dei due non vede le difficoltà del figlio. Oppure a genitori che puntano a risolvere il problema senza giri di parole, con i quali lavoro con maggior successo; mentre altri avviano più battaglie personali che aiutare davvero i figli. Il problema secondo la mia esperienza è che ci sono alcune mamme (poche per fortuna) in cui il loro egoismo materno, stereotipi o personali problematiche emotive, incidono in modo prepotente sull’educazione, sulla gestione e sullo sviluppo dei propri figli. Per mia esperienza, sono la minoranza, ma il problema resta.
Parliamo ora dell’aspetto motivazionale. Si tende a focalizzarsi spesso sulle difficoltà del bambino tralasciando gli altri talenti. Cosa ne pensa a proposito e come possiamo motivare un bambino con un Disturbo dell’Apprendimento?
Direi che è una buona parte della scuola e della società “famiglia” a commettere questo grave errore. Errore in quanto un bambino che non sviluppa una sua passione o talento, potrà anche prendere dei bei voti, e fare un buon lavoro, ma ciò non significa essere felice e farlo per se stessi.
Prima di salutarla e ringraziarla del tempo dedicato le chiedo se vuole rivolgere un ultimo consiglio ai genitori che leggeranno questa intervista.
Attenzione: oggi tra lavoro, impegni, riunioni, amici, famiglia, sport, casa, svago, e tanto altro, la vostra “attenzione” è ridotta a leggere un articolo per non più di 30 secondi, ad ascoltare un parere per non più di 3 minuti, a farvi un idea in ancora meno tempo. Dunque la vostra attenzione è sottratta da tante attività, ma nessuno vi sta costringendo a farlo, solo quella vocina interna “lo DEVO fare”, per scelta consapevole? Ansia personale? Approvazione sociale? Sta a voi decidere, ma sappiate che vi è anche l’attenzione per il benessere dei vostri figli, per le informazioni corrette e quelle che non vi piaceranno ma che vi serviranno davvero. Insomma, tocca a voi scegliere.
Grazie Dr. Lo Presti
Chi mi segue da un pò sa quanto per me sia importante il futuro dei nostri figli. Spero che dalle parole del Dott. Lo Presti possiate trarre degli insegnamenti e che possiate guardare i vostri bimbi, che abbiano o meno delle difficoltà, per quello che sono, dei bambini. Solo l’amore verso di loro vi potrà far superare gli stereotipi e i condizionamenti della società in cui viviamo. Prendete in braccio vostro figlio, dategli un bacio e sussurrategli : “ Papà e Mamma sono qui!”
Come sempre vi chiedo, se vi è piaciuto l’articolo, di condividerlo sulle vostre pagine social e di iscrivervi alla mia pagina per non perdere le prossime uscite.
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Gianluca Lo Presti, Psicologo, si occupa di Psicopatologia dell’Apprendimento. Ha conseguito il diploma al Master di II° Livello presso l’Ateneo degli studi di Padova. Svolge attività clinico-diagnostica e di intervento gestendo una rete di servizi territoriali per l’aiuto nei disturbi dell’apprendimento (Dislessia e DSSA).
Antonio Viscardi