DA ANTONIO. ALLA CUCINA DEI PENSIERI 1. LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI

Riprendiamo, dopo qualche tempo di silenzio attivo e rigenerante, a colorare di parole il nostro Blog. Partendo dalla Cucina di Antonio, dove si cucinano i pensieri.
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So che appena letto il titolo di questo articolo siete sobbalzati sulla sedia. Ma come Antonio? Come si può associare la parola Depressione alla parola Bambino? Siamo soliti pensare che possano soffrirne solo gli adulti perché maggiormente esposti ad avvenimenti altamente stressanti e distruttivi, che li portano, abbandonando ogni manifestazione di lotta, ad una lenta agonica resa. Purtroppo anche i bambini possono essere Depressi, seppur con una sintomatologia diversa da quella che riconosciamo negli adulti. Vediamo di seguito i tratti di questa patologia.
In età evolutiva si è soliti parlare di Disturbi dell’Umore, che sono delle alterazioni della sfera affettivo-emotiva le cui manifestazioni sembrano immotivate e non regolate. Possiamo avere dei comportamenti eccessivamente elevati o eccessivamente ridotti. I più rappresentativi Disturbi dell’umore sono i Disturbi dello Spettro Depressivo tra i cui sintomi più comuni riconosciamo: apatia, tristezza, pianto, aggressività, autosvalutazione.
E’ molto difficile nel bambino distinguere se i sintomi depressivi manifesti siano dovuti a una normale crisi dello sviluppo o se propri di un primo stadio di una sindrome depressiva. Un bambino depresso è governato da senso di inadeguatezza e mortificazione. Vive con la paura di non essere amato e frequentemente fa riferimenti alla morte.
Un atteggiamento tipico di un bambino depresso può essere quello di chiedere frequentemente ai propri genitori se gli vogliono bene , senza riuscire a spiegare il perché di questa sua preoccupazione. Un bambino depresso sa di esserlo, ma non è in grado di esprimerlo in modo chiaro.
L’eziopatogenesi, come per tutti i disturbi neuropsichiatrici, è di tipo complesso e vengono chiamati in causa diversi fattori genetici e biologici, ma anche di tipo psicosociale. Se facciamo riferimento a cause di natura biologica possiamo ipotizzare, per esempio, delle alterazioni del sistema limbico e alterazioni endocrine. Se ci riferiamo a cause di natura psicosociale possiamo ipotizzare ad un Trauma, ad un abuso o anche a delle carenze affettive da parte delle figure di riferimento. In ultimo bisogna tenere presente anche l’intraindividualità del bambino che potrebbe avere un’elevata sensibilità o sviluppato un attaccamento insicuro.
L’insorgenza del disturbo depressivo è legata ad un avvenimento gravemente doloroso che innesca nel bambino il senso di colpa e gradualmente, in modo progressivo, spinge il bambino a modificare il comportamento nel tempo. Pensiamo a un lutto in famiglia o a un divorzio. Il bambino può presentare disturbi del sonno, lamentare dolori fisici e sintomi d’ansia. Tutti questi sintomi possono manifestarsi in momenti diversi in concomitanza o in alternanza.

Vediamo ora alcune declinazioni della Depressione nel bambino
• Disturbo Depressivo Maggiore : va dalle due settimane ai nove mesi e in questo periodo il bambino manifesta perdita di interesse e piacere per le proprie attività ed è spesso irascibile. Può essere scambiato per una peculiarità caratteriale.
• Disturbo Depressivo Persistente (Distimico) : in questo caso la durata del malessere deve essere di almeno dodici mesi, mesi in cui ogni giorno il bambino manifesta il suo stato depressivo. Alcuni sintomi sono sentimenti di disperazione, scarso appetito o iperfagia, astenia.
• Disturbi Bipolari : in questo caso differenza sostanziale è che l’irritabilità è maggiormente severa, continua e non indirizzata.
La depressione nel bambino o nell’adolescente non è mai da considerare come nucleo unico di un disturbo , in quanto si manifesta sempre in comorbidità con altre patologie. Le più frequenti sono i disturbi d’ansia, disturbi del comportamento e i disturbi dell’apprendimento.
Per quanto riguarda invece l’approccio terapeutico dovrà essere pianificato in cooperazione tra scuola e famiglia, ma in alcuni casi può essere necessario ricorrere all’utilizzo di farmaci.
Antonio Viscardi

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