Burkina Faso. Diario dell’ascolto e dell’azione solidale 4°/ 8: …e chiamiamole Emozioni!

Ultimo giorno a Yalgò. Ancora un giro con lo scooter ( e abbiamo superato i 1400 Km, in gran parte su sterrato: zero forature, zero cadute, un solo momento di paura: sulla route di Banì, verso est, abbiamo incrociato otto individui su quattro moto: erano coperti di pesanti giacconi, i volti celati da passamontagna neri: un po’ l’uniforme dei terroristi che operano a 70 km da qui… E’ stato questione di secondi, Cris non se n’è nemmeno accorta, ma ho avuto- per la prima volta- veramente paura: solo quando li ho visti sparire all’orizzonte nello specchietto retrovisore ho tirato un sospiro di sollievo, ma l’impressione è durata a lungo. Giovedi mattina una visita ai fertili campi a ridosso della diga: saluti e dono di cipolle ( ripagate con franchi per i bon bon); poi al centro Medico per un brindisi con dottoresse, infermieri e tecnico di laboratorio. Dopo una breve pennichella, dal parroco a ritirare le schede scolastiche per l’adozione della 2 gemelle. Ancora con “Dinamite” a 2 pompe per l’acqua dove ragazzini sgobbano per riempire taniche per qualche orticello lontano: a loro lasciamo 2 palloni “No forature”, subito allontanandoci prima che la notizia scateni una “caccia all’uomo” ( e alla donna: cioè, a noi). L’ultimo pallone lo riserviamo a Soumailì, che però non è a casa sua. E’ già buio quando arriva a chiamarci: e dice le sue prime parole in francese ( a parte “done muà le bon bon, sciossìr e velò): “ Je etais aù barrage”(“ ero alla diga”) . Stupore e lacrimuccia: bravò ex-Bruttone! Al tramonto, dopo la fine della scuola,il momento più difficile: la visita a Bebè e famiglia. Bebè ( nome vero: Fatimatà) ed il fratello Souleimane ci hanno donato alcuni disegni molto belli; hanno confermato il loro impegno a frequentare la scuola, dedicando solo la domenica alla cura di Biko e Sillaba, le due caprette che gli abbiamo regalato. Abbiamo spiegato a Bebè come andare dalle suore- che la conoscono bene- per sentirci per telefono ( spes ultima dea); poi, dopo qualche “testata”- cioè il saluto Burkinabè- e un “Bilfù (arrivederci) a tutta la grande famiglia schierata commossa, ce ne siamo andati senza nascondere le lacrime ( non abbiamo un casco da palombaro: solo insufficienti occhiali da sole). Prima del buio, foto di gruppo con suore, aspiranti suore nigeriane e una Helene in lacrime. Per l’occasione, Bingo aveva avuto il permesso di rientrare tardi all’ovile, tra capre e montoni che si sono ormai abituati alla sua presenza. Brindisi con spumante; poche parole di saluto ( perché rompere l’emozione con suoni superflui..?), e..a nanna. Prima però ho scattato qualche foto al cielo africano prima che la luna- da poco calante- sbiadisse le stelle. Alle 5 eravamo già in piedi: ricontrollo dei bagagli, ancora uno sguardo al sorgere del sole; ho aperto io il recinto degli animali, dal quale il primo a correre fuori è sempre Bingo. Portato Dinamite nella stalla ( scooter al coperto), salutato i primi bimbi che vanno alla scuola vicina. Alle 8 s.Pauline ci ha accompagnato a Kayà: 2 ore nelle quali abbiamo mentalmente ma sinceramente detto “Arrivederci, buona fortuna!” ad ogni donna col carico sulla testa e un bimbo sulla schiena, ad ogni ragazzino che seguiva un piccolo gregge, ad ogni camionista sdraiato sotto il suo mezzo vetusto, intento a qualche riparazione miracolosa: insomma, ad ogni essere umano ( e alle caprette…) che abbiamo incrociato . A Kayà, dopo forte abbraccio con Suor Pauline (ah, ‘ste suore ..!) siamo stati accompagnati da Clement a Ouagadougou, dove ci siamo congedati dall’abbè con l’ennesimo ma sincerissimo “Arrivederci”. La preparazione delle 2 valige e dello zaino ( tot: 52 Kg: compreso patate e cipolle locali) ci ha un po’ distolto dalla tristezza del momento: E, in mio soccorso, è venuta anche l’osservazione di bambini che ridevano, che giocavano felici: magari facendo correre il copertone di una bici, o calciando una bottiglietta vuota; ma, comunque, felici. E poi, c’è il “ ma..” positivo. La consapevolezza che : il nostro e vostro) mulino di Guengò macina tutto il giorno; che i 2 pozzi di Signooghin e di Boussà (Dargò), i 2 pozzi di BouGou, quello di Gordeballe, quello di Tampì Faogò (il 1°) sono già in funzione( al pozzo di Taparkò manca poco) fornendo acqua pulita a centinaia di famiglie; che 19 famiglie hanno iniziato un piccolo allevamento di capre; che 51 minori( più 2, le gemelle) frequentano la scuola con l”aiuto scolastico” di 50 amici italiani; e altri piccoli interventi (ricordate la mia teoria su Necessità a forma di Cubo, e sulla Solidarietà a forma di Sfera? Un grosso gesto – sfera- sembra riempire ogni spazio del cubo; ma negli 8 spigoli c’è posto per 8 aiuti minori, 8 sfere più piccole: così sembra tutto riempito, ma ci sono altri 64 piccoli spazi, ecc ecc.). Avremmo potuto fare di più? Forse; ma non siamo S.Francesco… Domani saremo a casa: non dimenticheremo i nostri amici piccoli e grandi; ma la stanchezza per aver seguito decine di luoghi e persone, e il rientro nella “vita italiana” di ogni giorno ci aiuteranno a vincere il magone generato dal ricordo di tanti amici grandi e piccoli: Poi, un giorno, guardando un calendario, butteremo lì un “ E il Burkina? Quando ci si torna..’”. In fondo, l’abbiamo promesso a Fatematà, a Nadesh, a Solange, a Louise, a Luis, a Ssouleimane, a Bebè, a cento amici e amiche dei quali non ricorderò il nome: ma certo non dimenticheremo, non potremo dimenticare il loro “Barkà” (grazie”) e la nostra risposta “Bilfù”(arrivederci). Grazie a tutti. Con gratitudine e affetto: Amina.
( e se invece vi avessimo annoiati: credete, non s’è fatto apposta.)
Renato e Cristina
Ringraziamenti ( mi sto montando la testa)_
Grazie a : Cristina.
Grazie a mia figlia Tafsit che, con Veronica, ha tenuto i nostri gatti; e ha atteso con ben celata ansia,il nostro ritorno.
Grazie a mio padre, “vecchio socialista” che per primo mi ha parlato di SOLIDARIETA’
Grazie e mia madre: marchigiana, mi ha insegnato il rispetto per il tempo Passato Remoto.
Grazie al Prof. Edoardo Piccinini, mitico nostro insegnante di Italiano e Storia dal ‘59 al ’63 al I.T.I.S.”E.Conti”
E grazie a Melina e Marx che, fingendo di ignorare l’odore caprino di Bingo, ci accoglieranno con fusa a gogò.

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