C’era una volta, e c’è ancora, una piccolo villaggio di nome Tambì-Faogò: gruppi di 8-10 capanne, qualche centinaio di esseri umani sparsi nella “brousse “, a 18 km dalla strada asfaltata. La prima volta che ci hanno accompagnato a visitarlo, ci siamo arrestati vicino a un buco nel terreno: un foro grande come uno dei nostri tombini, giusto sufficiente per il passaggio di un secchio. Con un incessante lavoro di braccia e schiena, i Tambioghesi issavano il secchio colmo d’acqua legato ad una corda e lo versavano in un piccolo cratere artificiale, abbeveratoio per gli animali, e nei bidoni di plastica delle varie famiglie ( in un secchio da 12-15 litri abbiamo osservato una ragazza fare il bucato di 2 o tre lenzuola). Bene: abbiamo /avete finanziato la costruzione di un pozzo,e in 3 giorni gli scavi erano già a buon punto e 20 giorni più tardi abbiamo potuto fotografare l’opera realizzata: un pozzo profondo 10 metri, rivestito in cemento ( acqua pulita, senza terra e polvere), 130 cm di diametro, e un bel parapetto di protezione. Vi manderò le foto ( i rami che vedrete appoggiati al pozzo servivano a tenere lontani gli animali dal cemento ancora fresco). E’ “solo” un pozzo, è costato 800 ( ottocento ) euro; ma vorrei essere in grado di farvi partecipi della nostra gioia, la nostra emozione, la nostra commozione ( che spreco di lacrime nell’aridità del Sahel ! ) davanti a questo grosso buco sul cui fondo si riflettevano i volti nostri e dei ragazzini di Tambì.Faogò. Cris e io non ci ricordiamo un altro momento così emozionante ! Fantastico. Qualche giorno più tardi, guidando lo scooter con estrema perizia lungo 12 km di pista rossa, abbiamo raggiunto una piccola scuola a Yassoù: un modesto edificio apparentemente in mezzo al nulla , perché non abbiamo visto il solito agglomerato di capanne. In questa scuola abbiamo adottato 4 bambini, con l’impegno di pagare loro la scuola primaria, e lì ci siamo recati per conoscere i fanciulli/e e completare le relative schede. Gli insegnanti ci stavano mostrando i ruderi della vecchia latrina quando dai suddetti ruderi sono uscite..due capre! Cristina si è “scandalizzata” per la presenza di animali tra i muretti dei “bagni”, ancorché ormai inutilizzabili; io invece ho optato per il “pensiero positivo “ ( effetto Renzi..?..) e mi sono rallegrato : da noi, chi si può permettere un “Cesso per le Capre “ ? Quindi, io e Cris abbiamo fatto due conti, e abbiamo deciso che “si può fare”: la piccola scuola di Yassoù tra pochi giorni avrà ANCHE la latrina, che ci/vi costerà 300 Euro, prezzo molto basso perché saranno ( sono, perché i lavori sono già iniziati) alcuni genitori a prestare gratuitamente la manovalanza ( scavo, trasporto materiali). Vi ricordo che, grazie all’aiuto della Caritas Ambrosiana , che ha finanziato il 60% della casa per il medico, abbiamo potuto destinare circa duemila Euro anche ad altri interventi di aiuto: oltre a pozzo, latrina, spese mediche varie, già a novembre avevamo finanziato con 500 € un progetto di microcredito proposto dall’abbè Brunò ( lo ricordate? Era il braccio destro di Clement, da 8 mesi opera a Dargò in un’altra parrocchia 100 Km a sud di Yalgo): con quella somma Brunò ha comprato 6 agnellinii e li ha dati a tre famiglie che li stanno crescendo e tra un paio di mesi li rivenderanno ricavandone il 50 % in più, cominciando anche a rendere parte della somma prestata.
Domenica siamo andati a Dargò a trovare Brunò, accompagnati da Clement in auto ( sono circa 100 km di strada sterrata- malgrado sia la “nazionale” che porta nel confinante Benin)- Lunedi Brunò ci ha accompagnato in moto- io e Cris su uno scooter prestato – presso le tre famiglie che hanno avviato l’attività di allevamento. Malgrado Brunò non ci avesse avvertito che si sarebbe trattato di percorrere diversi km nella polvere- e noi non avessimo portato acqua da bere!- siamo sopravissuti anche a queste tre ore sotto un sole a 42°c all’ombra: incontri ravvicinati estremamente belli e coinvolgenti, che hanno raggiunto il culmine con la visita al vecchio Capo del Villaggio che ci ha donato 500 Franchi CFA ( 0,75 E) per acquistare l’acqua. Un gesto molto importante alla cui solennità Cris ed io abbiamo risposto con sincero rispetto, mentre io mi sono esibito in saluto e presentazioni in lingua Morè! Sulla strada per tornare a Yalgò siamo tornati contemplare il nostro pozzo a Tambi-Faogò- vedi sopra. Una visita interessantissima, incontri umani emozionanti ; ma… Una casa per un medico, un pozzo, una latrina, un microcredito per un’attività di allevamento , …ma. Come ho già scritto, c’è spesso un “ma” nella nostra avventura africana: ed è il “ma cosa fanno, cosa pensano, come cresceranno” i tanti, troppi bambini (anche UNO sarebbe troppo) che vicino ai luoghi di sosta- distributori, mercato, fermata del bus, chiesa e moschea- ci si avvicinano con una tazza tenuta penzoloni, senza neppure tentare di convincerci a concedere quell’elemosina che la loro religione ordina loro di domandare? Ma…non voglio guastare il tono positivo di questa relazione: alla prossima ( chissà quando: internet è peggio dell’Araba Fenice).
Renato e Cris