Dalla Prefazione all’edizione italiana di Telmo Pievani, del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Padova:
«“Morire di vecchiaia in natura è un evento fortunato”, scrive Matt Simon in questo catalogo di bizzarrie zoologiche che illustrano il lato gladiatorio e spietato della lotta per l’esistenza. L’imperativo è: mangiare e non farsi mangiare, finché è possibile. Nell’Origine delle specie Charles Darwin notava che dietro “il volto della natura splendente di felicità” si nascondono distruzione, spreco e carestia. Ogni essere vivente è cibo per qualcun altro: tutti cercano di moltiplicarsi e di divorarsi a vicenda. La competizione è ovunque, tanto nella foresta lussureggiante quanto nel deserto. Troviamo un passo incredibilmente simile nello Zibaldone di Giacomo Leopardi: “Entrate in un giardino di piante, d’erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagion dell’anno. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento» (19 aprile 1826).
[…]La lettura di questo libro ironico e divertente è particolarmente consigliata a tutti coloro che vedono nella Natura – quella con la maiuscola – un idilio di armonia, un modello edificante di saggezza e di equilibrio, il compimento materiale di un disegno.
[…]Leggere peripezie vere di animali in evoluzione permanente garantisce poi un antidoto contro le tentazioni dell’antropocentrismo, che risorge anche in certe forme attuali di ecologismo radicale».
Molti sono i casi e gli esempi citati e tratti dal mondo della Natura Matrigna di leopardiana memoria: il rospo baffuto, la mosca tagliateste, il bruco aspide, il gambero pistolero, la formica eroica, il passero repubblicano, il ragno palombaro, la formica zombie, il verme mangiaossa, la cimice assassina.
La natura crea problemi ma poi li risolve. A. R. Wallace così ebbe a scrivere: «Quando le donne saranno economicamente e socialmente libere di scegliere, molti tra gli uomini peggiori di tutte le classi sociali, e che ora trovano prontamente moglie, otterranno quasi tutti un rifiuto», migliorando in tal modo la specie. Del resto, quando un ape vi punge, sappiate che si tratta sempre di una femmina, mai di un maschio… Tanto per chiarire il tutto – e solo a mo’ d’esempio – ecco il caso richiamato dal titolo il libro: alcuni dei più sofisticati parassiti in natura sono vespe, come la famiglia degli icneumonidi, insetti capaci di una brutalità che non potete neanche immaginare, sottolinea Matt Simon. Allora: la vespa femmina cerca un bruco per poi praticare un foro nella vittima designata. Nella povera bestiolina, la vespa depone fino a ottanta uova. Da queste nascono le larve, che si nutrono dei fluidi corporei, diventando sempre più grasse finché l’ospite non viene ad assomigliare a un palloncino pieno d’acqua. Tralasciamo il seguito (che il bruco farà una bruttissima e dolorosa fine, lo si può ben intuire), lasciando all’eventuale lettore il piacere – si fa per dire – di scoprirlo da sé. Insomma, si tratta di un’antologia di storie cruente, il più delle volte – appunto – inimmaginabili. L’etica è al riguardo una categoria per nulla “naturale” e soltanto umana. Anche se, a ben pensarci, etica umana e ipocrisia, anch’essa umana, sono categorie che ognuno di noi ben conosce. I trafficanti di uomini, donne e bambini, non sono assimilabili ai terribili parassiti di cui discorre Matt Simon? Per non parlare del traffico di organi che vede implicati parassiti-assassini-medici-umani e bambini-vittime di una brutalità che sfugge a qualsiasi possibilità di descrizione.
Allora, e forse, vien da considerare che – tutto sommato – l’essere umano, anch’egli parte della natura, in molti casi è ben peggio della terribile vespa che fa il lavaggio del cervello al povero bruco.
A proposito: chi di voi si sente vespa e chi bruco…? Siate sinceri, tanto state pur certi che nessuno può ascoltare il vostro pensiero e la vostra intima confessione.
Matt Simon, La vespa che fece il lavaggio del cervello al bruco, Milano, Cortina, 2017,
ppg. 272, € 24,00