Ci si era chiesto come mai i giocatori di Poker professionisti tendessero a perdere le prime mani della partita per poi alla fine vincere. Osservando e osservando, si è arrivati alla conclusione che nella prima parte della partita prestano grande attenzione. Ma a che cosa?
Scoperta: si stanno calibrando sul comportamento dell’avversario. Cioè, stanno cercando di associare micro segnale non verbale (soprattutto, minime espressioni del viso) a carta giocata. Dopo di che, è come se l’avversario comunicasse in anticipo il gioco che ha in mente di fare e le carte che ha in mano.
Di qui alla vita di tutti giorni (anche del Volontario, quindi) il passo è breve: per ogni essere umano è importante calibrarsi sull’interlocutore. Occorre avere il tempo sufficiente, che in realtà non è poi molto. Si vuole capire se uno dice una bugia? Bene. Lo si osservi con attenzione e sarà possibile farsene un’idea. A condizione di aver associato espressione verbale a micro movimenti, soprattutto (ma non solo) del volto.
Ed eccoci all’asino di Buridano. A raccontare di questo povero asinello destinato – come si vedrà – a morire di fame è stato, tra gli altri, uno studioso russo che si chiamava Lev Semionovic Vygotskij.
Secondo il suo punto di vista, ogni evento storico è prima di tutto determinato dai fattori economici: tecniche di lavoro e di produzione, rapporti di lavoro e di produzione, qualità, quantità e “stili” relazionali. E ciò vale su larga scala (la storia dell’umanità) e anche in rapporto alla storia di ogni singola persona. Ciò per dire che ogni essere umano è ciò che è – nel bene e nel male- in considerazione della sua “storia” e di ciò che gli è successo e che l’ha portato ad essere quello che è.
Ma veniamo al nostro asino.
Di fronte a due sacchi di fieno uguali, uno a destra e uno a sinistra, l’asino, che pure ha fame, non sa scegliere e muore di inedia. In termini un po’ tecnici: i due stimoli equivalenti (i due sacchi di fieno) producono due reazioni uguali ma di direzione contraria e il comportamento dell’asino viene inibito. Non sa che fare e muore.
Attento: in una situazione simile, un uomo potrebbe tirare una monetina e in base al risultato (testa o croce?) scegliere tra i due stimoli. Può scegliere che cosa fare. In altre parole: l’uomo produce di sua iniziativa un nuovo stimolo (la monetina) che favorisce un comportamento e un agire altrimenti impossibile. Questi stimoli vengono chiamati, non a caso, stimoli-mezzo.
“La presenza di stimoli creati – scriveva Vygotskij – accanto a quelli dati è la caratteristica che distingue la psicologia dell’uomo dalla psicologa animale”.
