Ognuno a proprio modo gioca a scacchi con il Tempo che, a volte, si traveste con l’abito della Morte. Un po’ come è capitato al Cavaliere Antonius Block, di ritorno dalla Crociata:
Cavaliere: Chi sei?
Morte: Sono la Morte
C.: Sei venuta a prendermi?
M.: È già da molto che ti cammino al fianco
C.: Me n’ero accorto
M.: Sei pronto?
C.: È il mio corpo che ha paura, non io
Inizia così una partita a scacchi dall’esito prevedibile: vincerà il nero (un colore che, del resto, si addice alla Morte…). Al Cavaliere resta comunque una soddisfazione:
«Questa è la mia mano. Posso muoverla, sentire il mio sangue che pulsa. Il sole è ancora alto nel cielo e io, io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte».
Un invito a giocare la nostra partita rispettandone le regole, con civiltà e rispetto, per se stessi, per gli altri e per il mondo.
Riferimento bibliografico:
Ingmar Bergman, Il Settimo Sigillo, Milano, Iperborea, 1994
Fonte iconografica:
W. Kroupa, Partita a scacchi con il diavolo, 1850 ca
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